«Maltrattava gli studenti», insegnante a giudizio
I racconti degli studenti e le testimonianze dei loro genitori, da una parte, la parola dell’insegnante accusato di maltrattamenti, dall’altra. È una vicenda giudiziaria piena di punti interrogativi quella che il gup del tribunale di Udine, Matteo Carlisi, ha deciso ieri di sottoporre al vaglio dibattimentale. Sarà quindi il giudice monocratico Carlotta Silva, nel processo al via dal prossimo 2 aprile, a valutare la sussistenza dell’imputazione contestata a un docente di 57 anni, residente nell’hinterland udinese - di cui, come di consueto, omettiamo le generalità, a tutela dei minorenni che avrebbero subìto i maltrattamenti - e in servizio in due scuole medie della provincia fino al febbraio dell’anno scorso, quando la squadra mobile gli notificò la misura cautelare della sospensione emessa dal gip.
Nel procedimento, soltanto due della decina di denuncianti avevano deciso di costituirsi parte civile in giudizio e di partecipare così al processo - con l’assistenza legale, rispettivamente, degli avvocati Sabrina Colle e Federico Budino -, ai fini del risarcimento dei danni. Ieri, a costituirsi in giudizio con l’avvocato Guglielmo Guglielmi, di Trieste, è stato anche il ministero dell’Istruzione, per il quale il gup, alla scorsa udienza, aveva autorizzato la citazione quale responsabile civile, su richiesta dei legali di parte civile. In questo modo, qualora fosse accertata la penale responsabilità dell’imputato, a rispondere del risarcimento dei danni, in solido con il docente, sarà anche il dicastero.
In aula, anche il pm Maria Caterina Pace, titolare del fascicolo, in cui la polizia aveva ricostruito gli episodi che avrebbero visto il professore, tra il 2016 e il 2017, «usare violenza fisica e verbale» nei confronti di alcuni allievi, con comportamenti spesso «volgari e inappropriati – così il gip Mariarosa Persico – e del tutto avulsi dal ruolo dell’educatore». Umiliazioni, il ricorso a nomignoli ed espressioni a sfondo sessuale e, talvolta, anche qualche violenta intemperanza, come quando ne avrebbe punito uno, obbligandolo a mangiare fazzoletti di carta, o quando ne avrebbe afferrato al collo e sbattuto al muro un altro.
«L’unica prova è rappresentata dalle dichiarazioni dei ragazzi, peraltro riferite a sit dai genitori», ha obiettato il difensore, avvocato Andrea Sandra. «L’istruttoria dibattimentale – ha aggiunto – ci consentirà di evidenziare le mille contraddizioni e l’inverosimiglianza delle testimonianze e di fare luce sui tanti dubbi circa le prove raccolte in indagine». —
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