Maltrattamenti all’asilo: la maestra non è più sospesa

All’insegnante il Tribunale aveva ordinato una pausa forzata dal lavoro di 8 mesi Il giudice ha revocato la misura. La donna è già in pensione da qualche tempo



Revocata la misura cautelare della sospensione dall’insegnamento per otto mesi che era stata emessa il mese scorso dal Tribunale di Udine nei confronti di una delle due maestre friulane in servizio in una scuola dell’infanzia del Friuli collinare.

Il provvedimento era stato notificato pochi giorni prima di Natale dagli agenti della Squadra mobile sulla base di quanto emerso da un’indagine partita nel precedente mese di aprile. Un’attività investigativa basata sia su riprese audio e video, sia sull’assunzione di diverse testimonianze. Venerdì scorso, 3 gennaio, il Gip Daniele Faleschini Barnaba ha disposto la revoca delle misura che era stata eseguita il 19 dicembre.

«E’ stata ritenuta insussistente – spiega l’avvocato Denaura Bordandini, codifensore di una delle indagate insieme alla collega Debora Della Dora Gullion – l’esigenza cautelare inizialmente ravvisata dall’Autorità giudiziaria. Si tratta – osserva ancora Bordandini – di un passo importante verso il chiarimento dell’estraneità della nostra assistita rispetto alle accuse». Il legale, infine, sottolinea come «alla maestra non siano state contestate condotte di violenze ai danni dei minori». «Il mancato riscontro della prolungata assenza da scuola dovuta al pensionamento, proprio durante il periodo delle indagini che ha preceduto l’esecuzione del provvedimento interdittivo – conclude –, è l’evidenza di un’indagine dai tratti approssimativi».

Ma facciamo un passo indietro per ricordare la vicenda. Il personale della Squadra Mobile – guidato dal vicequestore Massimiliano Ortolan – dall’aprile dell’anno scorso ha svolto un’attività di polizia giudiziaria coordinata dalla Procura di Udine nei confronti di due insegnanti di una scuola dell’infanzia della provincia per il reato di maltrattamenti fisici e morali rivolte ai minori frequentanti la struttura.

Le condotte rilevate, come aveva spiegato la Questura in una nota diffusa lo scorso 21 dicembre, consistevano «nel rivolgersi ai minori urlando con irritazione e tenendo atteggiamenti manifestamente minacciosi; rivolgendo loro epiteti e parole offensive; nonché in strattonamenti e percosse al capo dei bambini; in una circostanza un bambino era stato afferrato per un orecchio e strattonato per alcuni metri; in alcune occasioni i bambini erano stati sviliti, umiliati ed irrisi davanti agli altri bambini per come avevano svolto i compiti loro assegnati o per essersi sporcati urinandosi addosso; erano stati assunti atteggiamenti irritati nei confronti di alcuni bambini stranieri che probabilmente per difficoltà linguistica non comprendevano le disposizioni, contribuendo in tal modo a creare tra i bambini della classe un clima di mortificazione e umiliazione idoneo ad incidere negativamente sul loro sviluppo psicofisico». Gli accertamenti, secondo quanto spiegato dagli investigatori, avevano permesso di acclarare le responsabilità delle due insegnanti e avevano poi consentito al Gip, su richiesta del pm della Procura di Udine, di emettere nei loro confronti l’ordinanza applicativa della misura della sospensione dall’insegnamento per otto mesi a partire dalla data dell’esecuzione.

Per quanto riguarda l’altra maestra indagata, per il momento, non ci sono novità nel procedimento giudiziario, come ha riferito ieri l’avvocato Virio Nuzzolese che la tutela insieme alla collega Carlotta Campeis. L’insegnante, in sede di interrogatorio di garanzia, lo scorso 23 dicembre, aveva deciso di parlare, ma soltanto per «respingere gli addebiti», senza tuttavia soffermarsi sui singoli episodi contestati, ed evidenziare «una lunga carriera – 22 anni di servizio –, condotta senza mai incorrere in rilievi di sorta». —



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