Maltrattamenti all’asilo: «150 mila euro di danni»

GORIZIA. Nel processo per i maltrattamenti all’asilo nido “Progetto bambino” di viale Virgilio - imputati sono la coordinatrice Maria Caterina Stecchina e il presidente della cooperativa sociale Maurizio Figar - si profilo un acceso dibattito tra la difesa e le parti civili.
Se ne è avuta un’avvisaglia ieri nella prima udienza, dove gli avvocati Alberto Tofful per la Stecchina e Alfredo Russo per Figar hanno contestato la costituzione d i parte civile del Comune non essendosi costituitosi con il proprio legale, come previsto dalla delibera, ma affidandone la procura ad altro avvocato.
Contestata anche la richiesta di danni propri avanzati dai genitori dei bambini. I genitori di 5 alunni si sono costituiti parte civile con l’avvocato Samo Sanzin e hanno già anticipato che chiederanno risarcimenti per 30 mila euro ciascuno.
Il giudice monocratico ha accolto le istanze di parte civile e ha rinviato il processo al 13 ottobre per la mancata notifica a una delle parti lese. In quell’udienza sarà presentata anche la lista dei testimoni, che sarà piuttosto consistente: tra pm e difesa e parte civile, saranno una sessantina i testi citati. Questo significa che il processo avrà bisogno di più udienze per arrivare alla conclusione mentre incombe la prescrizione. I tempi sono stretti, perché i termini scadono la prossima estate, come ha ricordato l’avvocato Sanzin.
Gli ultimi episodi incriminati risalgono infatti alla primavera del 2007. La Stecchina e Figar devono rispondere di maltrattamenti per aver abusato dei mezzi di correzione e di disciplina nei confronti dei minori che frequentavano l’asilo nido.
L’accusa è che la coordinatrice terrorizzava con urla i bambini anche dinanzi alle maestre, a pranzo li costringeva a mangiare somministrando il cibo con prepotenza. Alcuni bambini, per farli dormire, venivano poi chiusi in una stanza al buio lasciandoli piangere.
I difensori Tofful e Russo sono pronti a scardinare queste accuse e si rifaranno anche alle motivazioni per cui il gip di allora aveva respinto per carenza di indizi la richiesta del pm di misure cautelari nei confronti della Stecchina.
In quell’ordinanza, che la difesa intende far acquisire al fascicolo del giudice, si legge che «gli elementi in possesso non consentono di ritenere che la Stecchina intendesse maltrattare i minori nel momento in cui intraprendeva accese discussioni con le educatrici in servizio all’asilo nido. Piuttosto risulta come abbia ecceduto in condotte aggressiva nei confronti delle educatrici in quanto spinta dal suo stato emotivo, all’epoca alterato, e non già dalla volontà di porre i minori in situazioni di afflizione di tipo psicologico».
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