Malore superato Luciano Clarizia è tornato al lavoro

Un malore improvviso e il presidente provinciale e regionale dell’ordine degli infermieri della provincia di Pordenone Luciano Clarizia s’è trovato “dall’altra parte”. Accadeva poco più di un mese fa e ieri Clarizia è rientrato al lavoro in AsFo (Azienda sanitaria Friuli occidentale).
«È stato un momento difficile - ha detto - che mi ha insegnato che la vita, da un momento all’altro, può cambiare e ti trovi dall’altra parte rispetto a quella a cui normalmente sei abituato. Un’esperienza che mi ha provato, ma allo stesso tempo, mi ha avvicinato di più alla professione e ai colleghi. Ho toccato con mano quanto funziona bene la sanità pordenonese, pur con i problemi che deve affrontare».
«Ho visto le capacità professionali di infermieri, medici e operatori socio sanitari. Mi hanno fatto capire quanto siano vicini ai pazienti non solo per le cure: sono di supporto e sempre positivi. Soprattutto in questi momenti in cui, se sei in ospedale, non puoi vedere i tuoi familiari - ha proseguito - diventa fondamentale il contatto con gli operatori, che con due parole ti fanno sentire bene e superare quel momento di solitudine che ti coglie in un letto di ospedale». Di qui il ringraziamento a «tutti coloro che mi sono stati vicini, anche persone che non conosco. Mi hanno dato coraggio e aiutato tantissimo. Mi hanno una forza incredibile per tornare alla normalità».
«Il momento attuale – ha detto ancora Clarizia – è estremamente delicato (proprio ieri i pazienti sintomatici in ospedale a Pordenone tra i reparti medici, pneumologici e di terapia intensiva sono saliti sopra quota 100, ndr). Anche come Ordine abbiamo organizzato il supporto psicologico per gli infermieri perché abbiamo avuto una richiesta importante in questo senso, a dimostrazione di quanto siano sotto tensione i colleghi nei reparti Covid e nelle terapie intensiva. Non è solo un problema di stanchezza fisica, ma psicologica».
Poco nel lavoro è cambiato rispetto all’anno scorso, ma c’è un peso in più: «Siamo nelle stesse condizioni - ha concluso Luciano Clarizia -, ma con un anno di lavoro sulle spalle la situazione è più grave. Adesso c’è la voglia di fermarsi e di avere qualche momento di tranquillità. In queste ore ho avuto la possibilità di confrontarmi con i colleghi e ho notato, dalla loro voce e dai loro racconti, quanto siano stanchi». —
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