Malore fatale, muore a 34 anni in Thailandia

UDINE. Era riuscito a trasmettere la sua grande passione per l’Udinese persino a Phuket dove amava trascorre alcuni periodi dell’anno per continuare nel suo viaggio alla scoperta del sud est asiatico. Il suo bar preferito in Thailandia si era infatti quasi trasformato in una “succursale” della Curva nord.
E domani tutti gli ultras bianconeri lo ricorderanno con uno striscione: “La issima con te: mandi Checco”. Checco è il soprannome di Francesco Venturato morto in Thailandia nei primi giorni di febbraio a soli 34 anni. A tradirlo è stato un aneurisma che lo ha colpito nella notte tra il 3 e il 4 febbraio.
«Era in compagnia di un amico, all’esterno di un locale. Ha avuto un malore e non c’è stato più niente da fare», racconta il padre Daniele Venturato che proprio in quei giorni lo aveva raggiunto.
Seguendo quelle che sarebbero state le volontà del figlio, la famiglia ha deciso di celebrare in Thailandia il funerale di Checco le cui ceneri sono state sparse nell’oceano. Da diversi anni ormai, Francesco Venturato, originario di Pradamano, viveva tra l’Italia e Phuket che per lui era diventata una sorta di seconda casa.
Facendo base nella provincia insulare della Thailandia meridionale si era poi spostato in India, nelle Filippine, in Cambogia, in Birmania, nel Laos in Vietnam, in Malesia e anche sull’Himalaya. Zaino in spalle amava andare alla scoperta del mondo asiatico, ma non era un turista.
Quando viaggiava cercava sempre di “immergersi” nella cultura e nei costumi delle popolazioni e dei villaggi che incontrava lungo il suo peregrinare.
Gli amici raccontano che era una persona umile a cui piacevano le cose semplici e forse in Thailandia aveva trovato la sua dimensione.
Oltre a essere un grande tifoso dell’Udinese che aveva seguito spesso anche in trasferta sempre con gli ultras della Curva nord, era appassionato di agricoltura. «In un villaggio nel nord della Thailandia - riferisce ancora il padre - aveva realizzato una piccola piantagione di canna da zucchero nella speranza di aiutare quelle persone a trovare una forma di sostentamento».
Da Pradamano, dove viveva con la famiglia ed era impegnato con i donatori di sangue, Francesco Venturato si era trasferito a Bicinicco e anche lì curava con grande attenzione l’orto. Nei periodi in cui viveva in Italia lavorava nell’azienda di famiglia a Manzano. Oltre al padre Daniele, lascia il fratello Andrea e la mamma Bruna Battistel.
Per ricordarlo la Nord ha chiesto anche la collaborazione del capitano bianconero Antonio Di Natale che dovrebbe depositare delle rose in memoria di Checco sotto la Curva dove sarà esposto lo striscione “La issima con te: mandi Checco”: un modo di dire che sta a significare beviamo l’ultima insieme.
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