Malattie infettive aumenta la copertura ma ancora non basta

L’Asuiud investe sulla campagna di sensibilizzazione In programma incontri con i medici e controlli sulle scuole
Vaccinazioni all'ospedale Annunziata di Napoli, 8 settembre 2017. ANSA/CESARE ABBATE
Vaccinazioni all'ospedale Annunziata di Napoli, 8 settembre 2017. ANSA/CESARE ABBATE

UDINE. La soglia di copertura raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità è ancora lontana, ma i piani di recupero concordati dall’Azienda sanitaria universitaria integrata con l’Aas 3 per il superamento delle criticità determinate dalle mancate vaccinazioni pediatriche ha già prodotto i suoi frutti.



Tutte in aumento le percentuali di vaccinazione fra il 2016 e il 2017, a partire da quella per l’immunizzazione contro morbillo, parotite e rosolia, passata dall’81 all’86,4%, come del resto quella per l’Antiepatite B (che dall’86,9 è salita all’89.9%), seguita dal vaccino Difterite-Tetano (era all’87.8% nel 2016 ed è salito all’89.3% nel 2017), infine l’antipolio (87,7% nel 2016 e 89.1% nel 2017).

Si tratta di valori ancora insufficienti, visto che l’Organizzazione mondiale della Sanità fissa al 95% la soglia di sicurezza minima per la copertura vaccinale: un limite che il nostro Paese, nel suo complesso, non raggiunge per nessuno dei vaccini monitorati dall’Istituto superiore di Sanità. Al di sotto di quel 95% gli agenti patogeni continuano a circolare, mettendo a repentaglio la salute di tutti.

I risultati a livello locale sono stati illustrati fra i dati del bilancio adottato dall’Asuiud. Nella sezione riservata alle progettualità viene dedicato ampio spazio ai programmi per il miglioramento della sorveglianza, per la prevenzione delle malattie infettive e di ampliamento delle coperture vaccinali.

L’Azienda conta di arrivarci promuovendo un corso di formazione sul campo in materia di vaccinazioni in azienda, con formazione degli operatori dei servizi vaccinali, l’attività di informazione fra medici di base e utenti, potenziando l’opera di sensibilizzazione fra i genitori che non aderiscono alle proposte vaccinali e monitorando le scuole per l’infanzia, gli asili nido privati e pubblici.

Fra le misure di prevenzione messe in campo c’è l’offerta del vaccino per l’anti meningococco B a tutti i nuovi nati a partire dal settimo mese di vita. E ancora, la vaccinazione anti rotavirus: nel corso del 2017 sono state somministrate 1.853 dosi. Anche il vaccino per l’herpes zoster viene effettuato su richiesta al servizio vaccinale: nel corso dell’anno sono state somministrate 93 dosi.

In seguito all’entrata in vigore della legge sull’obbligo vaccinale, è stato individuato un gruppo di lavoro a livello regionale con il compito di definire quale dovesse essere la procedura amministrativa. Il gruppo ha definito una bozza della procedura, che ancora non è stata formalizzata a livello regionale in assenza di indicazioni univoche da parte del ministero della Salute.

L’obiettivo non riguarda solo i programmi di prevenzione che riguardano le età pediatriche, ma anche la sfera dell’età adulta, in particolare con i programmi per il controllo della tubercolosi anche attraverso l’organizzazione di eventi per la formazione degli operatori e per l’Hiv, promuovendo il ricorso ai test.

Grande attenzione viene posta anche agli screening oncologici, principalmente a quelli relativi alla cervice uterina per i quali è stato posto un target minimo di adesione pari al 65%, stessa percentuale per quelli destinati a prevenire il tumore al seno, che sale al 70% per lo screening al colon retto.

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