Magredi, sito sfregiato dall’inquinamento da torio

SAN QUIRINO. I Magredi più preziosi sotto l'aspetto naturalistico coincidono grosso modo con il perimetro del poligono militare Cellina Meduna ed è qui che, da anni, si concentrano le battaglie degli ambientalisti.
Si tratta di 35 chilometri quadrati di territorio appartenente al demanio destinati ad attività addestrative militari, che insistono sui Comuni di Cordenons, San Quirino, Vivaro e San Giorgio della Richinvelda.
A dare battaglia a Regione ed Esercito è soprattutto il Gruppo di mutuo soccorso di Cordenons, che dal 2013 chiede alle istituzioni, Comune compreso, più trasparenza e più controlli a tutela del sito di interesse comunitario.
A tal punto da dirsi pronto a segnalare la situazione alla Corte di giustizia dell’Ue.
L’inquinamento. La vicenda dell’inquinamento dell’area bersagli del poligono militare ha avuto inizio nel marzo 2013. Da un monitoraggio delle forze armate erano emersi valori oltre soglia di metalli pesanti nell’area bersagli, in 4 delle 8 postazioni. Era stata quindi convocata la conferenza dei servizi regionale.
L’area incriminata fu isolata con filo spinato e le attività addestrative interdette al suo interno, e così è anche ora. Nel corso delle indagini guidate da Arpa, era poi emersa la presenza di torio 232, materiale radioattivo derivato dall’uranio impoverito, e la priorità fu data alla valutazione dei rischi radiologici.
A luglio 2014 i primi risultati. Esclusa la presenza di uranio impoverito, di radioattività nell’aria e nell’acqua, rispetto al torio Arpa aveva dato assicurazione che «l’indice di incidenza sulla salute dell’uomo dice che non c’è alcuno rischio».
L'iter delle indagini proseguì e il 2014 si chiuse senza altri dati. Di recente però il Gruppo di mutuo soccorso è tornato alla carica, lamentando il silenzio sceso sulla vicedna.
Ieri l’Arpa ha fatto sapere che «è in via di completamento lo studio sulla presenza di Torio all’interno dell’area del poligono. Successivamente una nuova conferenza dei servizi stabilirà le modalità e i tempi con cui dovranno essere effettuate le misurazioni dei metalli pesanti, dove Arpa interverrà nella fase di validazione dei risultati analitici».
La parola fine a questa vicenda (e la bonifica dell’area) non sarà cioè messa a breve.
Il disciplinare d’uso. Il Gruppo si è scagliato contro Regione e militari anche denunciando quello che considera «lo stato di devastazione di ampie zone dei Magredi, dovuto alle alterazioni, ai dissodamenti e agli incendi operati dai militari all’indomani delle esercitazioni».
Ha inoltre puntato il dito sul nuovo disciplinare d’uso del poligono, che secondo l’assessore regionale alle infrastrutture Mariangela Santoro è ancora allo studio per «l’approfondimento di alcuni aspetti».
La denuncia del Gruppo riguarda in particolare l’introduzione degli “aviolanci”, ovvero lanci dal cielo di decine di tonnellate, che a suo dire aggraveranno la situazione.
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