Magredi, la Regione approva il nuovo piano di gestione

Il regolamento quello che si può, e non si può, fare all’interno dell’area protetta Gli ambientalisti: «Siamo soddisfatti, attendevamo questo documento da anni»



I Magredi hanno finalmente il loro “piano di gestione”. Stabilisce in modo univoco ciò che al loro interno è possibile o meno fare a beneficio della tutela del suo habitat naturale e della convivenza tra questo e le attività umane, agricoltura compresa.

Con decreto del presidente della Regione è stato approvato il piano di gestione della Zona di conservazione speciale (Zsc) Magredi del Cellina. Il piano interessa un’ampia area di circa 4.370 ettari che insiste sui territorio di sette Comuni. Quello più interessato è proprio Cordenons, con quasi il 43% del suo territorio interno al perimetro; gli altri sono Maniago (18%), Vivaro (18%), San Quirino (9%), Zoppola (6%), Montereale Valcellina (5%) e San Giorgio della Richinvelda (2%). La Zsc è inclusa nella Zona a protezione speciale Magredi di Pordenone e presenta un piccolo biotopo (biotopo Magredi di San Quirino) adiacente lungo il suo margine occidentale. Nel raggio di 10 chilometri si trovano vicine le risorgive del Vinchiaruzzo e i Magredi di Tauriano. A sud è presente un piccolo sito della rete natura 2000, Bosco Marzinis e a nord, in ambiente prealpino, Val Colvera di Jouf.

«Siamo contenti – dice Giuseppe Brun, presidente dell’associazione Naturalistica cordenonese – attendevamo questo strumento di salvaguardia del nostro territorio da anni. Ci riserviamo di studiarlo nei suoi contenuti prima di esprimerci in merito, ma già il fatto che questo lungo iter, che ci ha visti coinvolti dalla Regione tra i vari soggetti portatori di interessi, si sia concluso è da ritenersi positivo».

I piani di gestione sono l’ultimo atto di un percorso complesso avviato nel 1992 dalla direttiva Cee relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche. Un ventennio, si diceva, durante il quale i Magredi si sono dimezzati in dimensione. «A Cordenons – osserva Brun – l’ultimo prato stabile di grandi dimensioni esterno all’area del poligono militare è sparito lo scorso anno, trasformato in un terreno coltivato. Salvo piccoli tratti sparsi qua e la, questi prati spontanei che sono una caratteristica dei Magredi non si vedono più se non all’interno del poligono, grazie al quale vengono protetti dall’agricoltura intensiva».

Il piano di gestione era stato adottato l’anno scorso al termine della sua redazione secondo un procedimento partecipativo. Ora che è stato approvato, entrerà in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale regionale.

«Siamo felici che la Regione abbia concluso l’iter – commenta l’assessore ad Ambiente e Agricoltura, Lucia Buna –. Grazie a questo piano i Magredi ora potranno essere vissuti da tutti nel rispetto dell’habitat naturale e tenendo conto anche della presenza di attività agricole». –



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