Madre muore con i due figli nel rogo dell’auto
La tragedia sulla Napoleonica, tra Codroipo e Palmanova. L’auto si incendia dopo un tamponamento. Il rogo non lascia scampo a una 42enne di Gonars e ai suoi piccoli di 14 e 5 anni. L’incidente davanti alla ditta dove lavora il marito. È lui che per primo cerca di spegnere le fiamme

UDINE
. Gravissima tragedia sulla strada Napoleonica: una madre e i suoi due figli sono morti tra le fiamme. Una sciagura consumatasi sotto gli occhi del marito e padre, accorso assieme ai primi soccorritori. È accaduto ieri sera, intorno alle 18, quando la Citroen C3 sulla quale viaggiava Sonia Segafreddo Candotto, 42 anni, con al suo fianco la figlioletta Chiara, 14 anni, mentre sul sedile posteriore c’era Federico, di soli 5 anni, è stata tamponata violentemente e ha preso subito fuoco. I tre potrebbero essere morti sul colpo per l’urto, almeno secondo il racconto dei testimoni.
Erano circa le 18 quando la donna, che era alla guida della C3, stava percorrendo la Napoleonica da Palmanova in direzione di Codroipo. Arrivata all’altezza della strada che porta nella zona industriale di Gonars ha messo la freccia per svoltare a sinistra. È quella la strada più breve per arrivare in via Paradiso, dove la famiglia Candotto risiede. Alcuni testimoni raccontano che l’utilitaria si era fermata in quanto in senso contrario stavano sopraggiungendo alcune automobili. Nella stessa direzione è arrivato un pick-up Mitsubishi, con alla guida Massimo Battello, 19 anni, di Talmassons. Dal racconto di Giorgio Di Blas, che era alla guida di un trattore, e che aveva appena attraversato la strada regionale per immettersi in una interpoderale, il fuoristrada ha centrato l’auto che era ferma nella mezzeria. Un urto violentissimo, che ha letteralmente sollevato la Citroen facendo praticamente esplodere il serbatoio. «Una palla di fuoco» che ha girato su sé stessa e per una cinquantina di metri è scivolata sull’asfalto, lasciando una traccia nera del bitume bruciato e intriso di olio. In senso opposto stava arrivando una Renault Twingo, guidata da Ornella Ceschia, di 33 anni, residente a Cervignano. Per tentare di evitare l’auto che le veniva addosso la donna si è buttata tutta sulla destra, dopo aver frenato con tutte le forze che aveva nel piede. La Twingo si è arrestata proprio al fianco della Citroen, tanto che Ornella Ceschia, per scappare dall’abitacolo, non è riuscita ad aprire lo sportello al lato della guida. Mentre anche la sua auto prendeva fuoco, la cervignanese ha avuto la prontezza di riflessi, non avendo riportato traumi, di lanciarsi all’esterno dopo aver scavalcato il sedile del passeggero. Il pick-up ha continuato la sua corsa per altri 150 metri dal punto del terribile tamponamento, arrestandosi sul lato destro della carreggiata appena fuori dall’asfalto.
Giorgio Di Blas si è precipitato per prestare aiuto agli occupanti dell’auto in fiamme, ma - come ha poi raccontato - all’interno dell’abitacolo pareva non ci fosse più segno di vita da parte dei tre occupanti. Insieme a un dipendente del vicino cantiere della Calcestruzzi Zillio (dove lavora Roberto Candotto, marito della donna e padre dei due bambini morti nel rogo), ha provato a spegnere le fiamme con un estintore. Nel frattempo un altro dipendente dell’azienda che produce calcestruzzi ha messo in moto una betoniera, che avendo anche un serbatoio pieno d’acqua è stata utilizzata per spegnere l’incendio.
Una scena raccapricciante quella che si è consumata sotto gli occhi dei soccorritori. Due automobili affiancate e ridotte a lamiere annerite.
Sul posto poco dopo sono arrivati anche i vigili del fuoco del distaccamento di Cervignano e i sanitari del 118, ma, come confermato dagli agenti della Polstrada, che, coordinati sovrintendente Riccardo Ruggiero, hanno effettuato i rilievi di legge, altro non è rimasto che constatarne il decesso.
Sull’erba, a bordo della Napolenica, è finito un animaletto di peluche, che al momento dell’impatto era tra le mani del bambino. Poco distante pure un libretto sempre appartenuto ai bambini.
Dopo l’autorizzazione concessa dal magistrato Matteo Tripani, i vigili del fuoco hanno utilizzato le pinze oleodinamiche per tagliare la carcassa della Citroen, e per aiutare gli uomini delle pompe funebri a ricomporre i miseri resti. L’autista dell’auto investitrice è stato sottoposto a test alcolemico, che è risultato negativo. Pertanto il giovane sarà inquisito per omicidio plurimo colposo, ma non è stato tratto in arresto. Oggi ci saranno ulteriori accertamenti clinici (test del Dna) sui resti delle vittime per avere ulteriore conferma sull’identità.
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