Madonna delle Grazie, i lumini di Luigina aiutano a non far spegnere una tradizione

la storia
laura venerus
C’è una donna che da sessant’anni mantiene viva la tradizione della co-patrona della città, la Madonna delle Grazie, illuminando la sua casa di Borgomeduna, in via Portogruaro. Lo fa secondo l’usanza di una volta, quando la festa dell’8 settembre si sentiva forte nel cuore dei pordenonesi. Oggi, purtroppo, questo spirito di appartenenza s’è annacquato ed è per questo che l’usanza popolare tramandata negli anni da Luigina Guerra rappresenta un sentimento unico, da valorizzare.
La signora, ottantenne, è sempre stata molto legata ai festeggiamenti delle Grazie anche perché è proprio all’ombra del santuario che scoccò la scintilla tra lei e il suo Riccardo e fu, frequentando la sagra, che coppia decise di sposarsi.
Luigina, che oggi vive da sola, prepara i lumini da sistemare su davanzali e balconi la vigilia del patrono, il 7 pomeriggio. Anche questo appuntamento rappresenta una tradizione, perché in quel giorno la famiglia organizza una sorta di ritrovo in cui figli e nipoti supportano Luigina nella preparazione.
Ma l’accensione è opera tutta sua: quest’anno ha già acquistato la sessantina di lumini da accendere uno a uno, posizionati all’esterno della casa, in contenitori di carta acquistati alla cartoleria Ellero 60 anni fa. Nonostante la contemporanea presenza di carta e fuoco, Luigina ha ricordato che mai nessun oggetto è andato bruciato. I lumini rimangono accesi tutta la notte, fino al mattino dopo, il giorno della Madonna delle Grazie.
Nei ricordi tramandati da Luigina a figli e nipoti, spicca una tradizione all’epoca molto diffusa a Pordenone: parecchie case erano illuminate alla stregua di quanto fa lei ancora oggi e i festeggiamenti rappresentavano un avvenimento imperdibile. Nel quartiere delle Grazie si riversava una moltitudine di persone, tanto che il tratto di viale Treviso doveva essere chiuso al traffico veicolare per permettere a tutta la gente di prendere parte alla sagra.
Ricordi di una Pordenone ricca di identità e appartenenza, che Luigina sente ancora nel cuore. —
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