Maculopatia senile Primo trattamento col farmaco Avastin

Pordenone capofila in regione di questa svolta tanto attesa L’utilizzo del concorrente Lucentis era molto più costoso

Primo trattamento per maculopatia senile con l'Avastin all’Azienda ospedaliera di Pordenone, la prima in regione a introdurre il farmaco un tempo "vietato" per la cura di una grave patologia che colpisce spesso le persone anziane, perché originariamente indicato per altre malattie anche se, in dosi ben precise e a costi molto, molto più contenuti del ben più caro Lucentis, risultava egualmente efficace.

«Ci eravamo ripromessi di attivare questa modalità di trattamento entro settembre - ha ricordato il direttore generale dell'Azienda ospedaliera pordenonese, e ci siamo riusciti. Oggi (ieri per chi legge, ndr) il primario di oculistica Giorgio Beltrame ha effettuato il primo trattamento, e naturalmente sarà il primo di molti».

Una somministrazione di Avastin costa attorno ai 20 euro contro i circa 700 euro del Lucentis. «Fare ricorso all'Avastin – ha detto Bordon – significa allocare meglio le risorse e riuscire modo, a trattare un numero più elevato di pazienti», magari anche i più anziani che venivano esclusi dal trattamento con il Lucentis, salvo doverne sostenere per intero gli ingenti costi.

Il Messaggero Veneto aveva sollevato tra i primi il problema. Registrato agli inizi degli anni 2000 per terapie tumorali, il bevacizumab (noto come Avastin) era risultato efficace anche nel trattamento della maculopatia degenerativa dell'anziano. La Roche però non chiese alle agenzie governative del farmaco di estendere l'autorizzazione anche per questa indicazione. Entro breve la Novartis (altra multinazionale con sede in Svizzera), sviluppò e commercializzò un'altra molecola, ranibizumab (nome registrato Lucentis), derivata da bevacizumab, e ne ottenne l'autorizzazione alla vendita con l'indicazione per il trattamento della degenerazione maculare neovascolare (essudativa) correlata all’età. Le due molecole erano di fatto sovrapponibili, ma una dose di Avastin costava tra i 15 e gli 80 euro, il Lucentis attorno ai 900.

Molti medici avevano optato per il trattamento più economico ma analogamente efficace, fino a che l'Aifa nel 2012 escluse l'Avastin dalla lista di farmaci che possono essere comunque utilizzati dal servizio sanitario nazionale con una indicazione terapeutica diversa da quella autorizzata. Una decisione che si stima sia costata ai contribuenti circa 600 milioni in più. Poi l’intervento dell’Antitrust, la multa da 180 milioni alle multinazionali Roche e Novartis per essersi spartite il mercato a danno dei consumatori e la decisione del ministero della Salute di autorizzare Avastin per la maculopatia mentre Lucentis ha oggi altre indicazioni terapeutiche, peraltro oggetto di sperimentazione sempre al Santa Maria degli Angeli.

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