Luvata va agli americani per 422 milioni di dollari

UDINE. La Luvata heat transfer solutions passa di mano. Dopo lunghi mesi di trattativa, l’operazione dovrebbe andare a segno, effettuate le ultime verifiche da parte dell’autorità antitrust, entro la fine del mese.
Dal primo novembre dunque sui 18 impianti produttivi della divisione Hts del gruppo Luvata, realtà affermata sul mercato internazionale dello scambio termico, batterà una nuova bandiera. A stelle e strisce.
E’ infatti la multinazionale del Wisconsin, Modine manifacturing, ad aver messo gli occhi sul gruppo - oggi di proprietà del fondo di investimenti finlandese Nordic capital - quale naturale ampliamento del proprio business.
Pronta a sborsare 422 milioni di dollari - tanto vale l’accordo guidato dal consulente Citigroup Global Markets Limited - da finanziare attraverso una combinazione di contanti, debito e 25 milioni di dollari di azioni ordinarie Modine per far propria Luvata Hts.
Realtà che vale un fatturato netto (2015) di circa 530 milioni di dollari, un Ebitda di 59 milioni e come accennato i 18 stabilimenti produttivi.
Compresi i quattro della divisione Italy, che danno lavoro complessivamente a quasi 900 persone di cui 17 a San Vito al Tagliamento, 264 ad Amaro, 578 a Pocenia e 37 a Torreglia, in provincia di Padova.
Così ha spiegato le ragioni dell’acquisizione il presidente e Ceo di Modine, Thomas A. Burke : «L’aggiunta di Luvata Hts aiuta a espandere il nostro profitto e aumentare le opportunità di crescita futura. E’ il più grande produttore mondiale di scambiatori di calore, coolers e servizi di verniciatura, nel settore Hvac&r, possiede una cultura innovativa e un’ampia gamma di prodotti complementari a quelli offerti da Modine. Nonché un’importante impronta globale, con impianti di produzione dislocati su tre continenti, supportati da ottimi gruppi di lavoro: progettazione, vendita e supporto al cliente sono ai massimi livelli».
In vista dell’imminente passaggio di mano, l’azienda ha aperto nei giorni scorsi una procedura per cessione di attività che ieri è stata comunicata alle organizzazioni sindacali.
Non un fulmine a ciel sereno a sentire il segretario generale di Fiom Cgil Fvg, Giampaolo Roccasalva, secondo il quale anzi «la cessione era nell’aria e da diverso tempo, tanto che gli stabilimenti italiani sono stati nei mesi scorsi oggetto di ripetute visite da parte di possibili compratori. Alla fine l’hanno spuntata gli americani».
Roccasalva guarda all’operazione tutto sommato con favore. «Siamo dinanzi a un colosso che fattura 1,5 miliardi di dollari, che ha una storia di oltre 100 anni, ma cosa più importante di tutte si tratta di un gruppo che produce. Passiamo insomma dalle mani di un proprietario votato alla finanza a quelle di una realtà industriale e questo non può che essere valutato positivamente. Modine - continua il sindacalista - potrà infatti utilizzare tutta la capacità professionale sviluppata in questi anni dai lavoratori della Luvata andando a completare ed integrare la vastissima gamma dei suoi prodotti. Naturalmente, il giudizio oggi non può che essere parziale, in attesa di valutare i progetti industriali e gli investimenti degli americani», conclude il sindacalista che ha già provveduto a chiedere l’apertura di un tavolo in Confindustria per far sì, nelle more della procedura, che gli occupati passino al nuovo datore di lavoro mantenendo le medesime condizioni salariali e contrattuali che vantano oggi.
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