L’Uoei festeggia i 90 anni con le sue immagini più belle

Elevarsi intellettualmente e moralmente attraverso la natura. È lo spirito che anima, da un secolo tondo tondo, lo statuto dell’Unione operaia escursionisti italiani (Uoei) e da 90 anni anche quello della sezione udinese, che celebra l’importante ricorrenza.
Per festeggiare infatti il doppio evento, l’Uoei ha pensato a una mostra fotografica itinerante, che domani alle 18 sbarcherà a Udine, alla galleria Tina Modotti, e a un convegno dal titolo “La montagna di ieri e di oggi” che si svolgerà sabato 8 ottobre, alle 17, ospitata dall’Istituto Bearzi. Una così lunga storia non può esimersi dal portare con sé momenti piacevoli, ma anche altri meno belli, che abbiamo ripercorso insieme con l’attuale presidente, Renato Ferigo, sino dal 1921, anno della fondazione dell'Uoei udinese. «In via Verdi - ricorda Ferigo - Elio Corazza, Mario Croatto, Andreina Giacomello, Carlo, Giovanni e Manlio Liso, Mario Mattiussi, Felice Miani, Pietro Selva, Aldo Toffoloni, Ettore Zugolo e Antonio Feruglio, sancirono la nascita della sezione udinese dell’Uoei. L’attività sezionale iniziò l’anno successivo, con la primissima gita che ebbe quale meta i monti San Simeone e Festa, nonché una tappa al lago di Cavazzo».
Ma di lì a poco la situazione politica italiana sarebbe mutata verso una dittatura. E il fascismo non risparmiò nulla, neppure l’Uoei. «Il 1929 fu l’anno decisivo - racconta Ferigo - perché furono moltissime le pressioni affinché la nostra associazione entrasse a fare parte dell’Opera nazionale dopo lavoro, creata dal regime fascista nel 1925 per gestire il tempo libero dei lavoratori. E così l’Uoei si piegò, cambiando persino la denominazione del sodalizio in Società escursionistica friulana».
Ma nella forte identità friulana e “montanara” era scritto anche l’inizio della fine: «Nel dicembre del medesimo anno - ricorda Ferigo - durante una tumultuosa assemblea diversi soci abbandonarono la sezione non condividendo la dipendenza venutasi a creare dall’Ond e nel 1936, per mancanza di soci, la sezione si sciolse». Ma i venti della liberazione portarono nuova linfa anche agli ex soci dell’Uoei che già nel 1945 deliberarono la ricostruzione dell’associazione: «Nel bar Mattiussi di via Aquileia - spiega Ferigo - i soci sancirono la rinascita dell'Uoei e nominarono commissario il socio fondatore Elio Corazza. Era il 12 luglio quando fu eletto il nuovo consiglio direttivo e indicato quale presidente Gino Pagani». Insomma, una lunga storia di un’associazione che nel tempo ha accolto altre realtà del territorio, come l’orchestra a plettro intitolata a Tita Marzuttini, il gruppo corale “I cantori del Friuli”, il gruppo “Coral Gjviano”, il gruppo folcloristico “Stelutis di Udin” e il gruppo marciatori udinese, e che non intende arrendersi al passare degli anni anche se, ha confessato Ferigo, «i giovani iscritti non sono molti, ma speriamo che le nuove leve capiscano l’importanza della montagna e dell'associazione cosicché una storia così lunga continui a vivere negli occhi e nelle gambe dei ragazzi». Una storia che non mancherà di ricordare Armando Federico Gottardo, presidente nazionale dell’associazione, mancato da meno di due mesi all’affetto dei suoi cari e di tutti gli amici che hanno avuto la fortuna di conoscerlo.
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