L’ultimo contatto, poi il silenzio

I due alla radio: «Siamo prossimi all’atterraggio». Quindi il dramma
FOTO MISSINATO - INCIDENTE IN COMINA
FOTO MISSINATO - INCIDENTE IN COMINA

PORDENONE. «Mi hanno contattato, come solitamente si fa, per avvisarmi dell’imminente atterraggio: si trovavano sottovento, prossimi al finale». Nessun problema evidente.

Dopodichè la radio posta nel prefabbricato che ospita la sede dell’Aeroclub di Pordenone, in Comina, ha smesso di parlare: dalla cabina dell’ultraleggero biposto in cui si trovavano Roberto Giacon e Mauro Armani non è giunta più alcuna comunicazione. In lontananza, a un chilometro e mezzo di distanza, oltre la recinzione posta al confine dell’aerocampo, un pennacchio di fumo nero ha fatto trasalire il tiezzese Gianfranco Chiarot, socio dell’aeroclub.

Era lui a fungere da “torre di controllo”, a mantenere i contatti con gli aerei in volo: «Il silenzio radio mi fa fatto temere il peggio, speravo di poter rivedere il Pioneer sul campo: purtroppo non è stato così».

All’esterno del prefabbricato, appoggiato a una staccionata, si trovava il sacilese Domenico Dal Mas, anch’egli socio del club. Stava seguendo l’atterraggio del Pioneer. Ha visto l’ultraleggero capovolgersi, puntando dritto al terreno: «In cuor mio ho pensato: ce la fanno, riescono a richiamarlo. Quando ho visto il fumo ho capito che era tutto finito».

C’era grande mestizia ieri pomeriggio nella sede del club, andata animandosi col passare delle ore: soci, amici conoscenti che cercavano notizie, che volevano sapere cosa fosse accaduto. Il colonnello Giacon era una sorta di istituzione per il gruppo di appassionati che si ritrovano in Comina soprattutto nel fine settimana. «Una persona speciale» lo hanno ricordato, accomunando il cordoglio a quello per l’amico Armani.

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