L’Udinese: nel nuovo stadio non si faranno mega-concerti

Il direttore Collavino: «I concerti rovinano il prato del Friuli andrebbe rizollato ogni volta, spendendo circa 200 mila euro»
UDINE.
«Da addetto ai lavori dico che la stadio Friuli dovrebbe ospitare soltanto partite di calcio, i compromessi per permettere anche dei concerti fanno solo lievitare i costi di gestione e rischiano di incidere pesantemente sullo spettacolo». Lo stato pietoso del terreno di gioco e il dibattito sulla ristrutturazione dell’impianto dei Rizzi diventano una “miscela esplosiva” con le parole di Franco Collavino, direttore dell’Udinese, dirigente che di solito non opera sotto i riflettori ma che si ritrova con tutti e due i piedi dentro la polemica, alimentata dalle recenti lamentele di Guidolin per un campo che non favorisce le qualità dei “giocolieri” bianconeri: «Colpa del concerto dello scorso maggio, quello degli Ac/Dc».


L’aria che si respira nel quartier generale bianconero dopo la presentazione del progetto stadio (da rifare tutto a spese dell’Udinese) non è di certo carica di soddisfazione. «Certi venti contrari incidono sull’entusiasmo e sulla passione di una famiglia che da 25 anni garantisce calcio a questa terra, dove è complicato restare competitivi ad alti livelli». Collavino aggiunge un altro “mattoncino” al discorso accennato ieri, sul nostro giornale, dalla signora Giuliana Linda Pozzo, là dove il patron Gianpaolo non ha voluto ufficialmente tornare, dopo il botta e risposta sull’argomento concerti, anche se le voci di corridoio lo descrivono particolarmente irritato.


«Ma come? Decido di finanziare la ristrutturazione del Friuli e neanche questo va bene?»: questo su per giù il pensiero di Pozzo che ieri lo stesso direttore del club bianconero ha voluto spiegare nei dettagli partendo dalla considerazione che ha fatto perdere le staffe alla proprietà. «Ci chiediamo perchè il signor Tramontin, il presidente di Azalea Promotion, abbia rilasciato quella dichiarazione che ha bocciato il nostro progetto, una struttura di 22 mila posti dedicata al calcio. Dire che il Friuli è meglio così com’è non è il massimo per chi, mi riferisco ai nostri tifosi, frequenta lo stadio tutto l’anno a dispetto delle precipitazioni atmosferiche e dei disagi che, purtroppo, regala agli spettatori. Ci aspettavamo almeno un contributo diverso a livello di idee e propositi da chi organizza concerti a Udine».


Così la risposta dell’Udinese da ieri è diventata meno “morbida”. Un atteggiamento che, passando dall’eventualità di un ritocco del progetto (a fronte di una copertura finanziaria) per un possibile terzo anello mobile, si è trasformato in una difesa degli interessi calcistici. «Sì, perchè non possiamo continuare a pagare per manifestazioni che non organizziamo noi e che incidono sullo spettacolo-calcio dell’Udinese. Perchè da adesso diciamo che, anche senza ristrutturazione, dopo ogni concerto bisognerebbe procedere alla rizollatura del campo. Come a San Siro, a Milano, come all’Olimpico, a Torino. Là si spende un milione all’anno per questi interventi. Ogni rizollatura costa circa 200 mila euro».


La palla passa adesso al Comune, al sindaco Honsell. Sembra un rigore di una finale mondiale, c’è tensione: musica o calcio?


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