Lotta ai furbetti della seconda casa

La Finanza ha individuato diversi casi di finte residenze e di indebito conseguimento di contributi regionali

LIGNANO. Lei è la moglie di un professionista, abita con lui e i loro figli in centro a Udine e può permettersi di non lavorare. All’Ufficio anagrafe, però, risulta residente in un appartamento di Lignano Sabbiadoro. E per quella casa, la prima intestata a suo nome, la Regione le ha concesso un contributo di 25 mila euro.

Lo stesso che ha negato invece alla coppia di giovani operai cassintegrati che, sui modelli Isee e Ise, non avevano potuto separare i rispettivi stipendi e mantenersi così al di sotto del tetto imposto per beneficiare del finanziamento. Risultato: la ricca “first lady” ha incassato, mentre loro, alle prese per davvero con l’acquisto della prima casa, sono rimasti all’asciutto.

Il caso, per nulla isolato e anzi paradigmatico di un fenomeno sempre più diffuso anche in Friuli, è stato segnalato alla Procura di Udine dal Comando provinciale della Guardia di Finanza, all’esito dei numerosi controlli effettuati negli ultimi mesi sui proprietari di seconde case estive. O meglio, nei confronti di persone che, seppure iscritte in qualità di residenti all’Anagrafe del Comune di Lignano, risultano stabilmente domiciliate ad altri indirizzi. L’attività investigativa, che ha portato già alla denuncia di sei furbetti per falsa attestazione o dichiarazione a pubblico ufficiale sull’identità o su qualità personali proprie o altrui (articolo 495 del Codice penale), è condotta in stretta collaborazione con l’amministrazione comunale di Lignano.

Erano state le stesse Fiamme gialle a investire del problema il sindaco Luca Fanotto e invitarlo a fornire, attraverso la Polizia municipale, riscontri e notizie utili agli accertamenti in corso. Una sorta di “task force”, insomma, a caccia delle irregolarità fiscali e degli eventuali profili penali connessi al fenomeno. A dir poco curiose le situazioni emerse dalle prime verifiche.

Per ottenere la residenza nella località balneare, alcuni nuclei familiari non hanno esitato a “sdoppiarsi”, distaccando a Lignano non soltanto la moglie quarantenne diventata all’improvviso “single” e neo proprietaria immobiliare, ma anche - come in un altro dei casi segnalati - il figlio universitario iscritto alla Bocconi. E, quindi, verosimilmente domiciliato a Milano. Tra le persone denunciate, figurano operatori delle forze dell’ordine, avvocati e funzionari regionali.

Tre le tipologie di vantaggi economici, tutti parimenti illegittimi, evidenziate dalla Guardia di Finanza. Innanzitutto, il ridotto pagamento o l’esenzione dell’Imu e della Tares sugli immobili impropriamente indicati come abitazione principale.

Poi, la facoltà di certificare autonomamente il proprio Isee con parametri “ridotti” rispetto a quelli che sarebbero emersi se computati in maniera unitaria, con conseguente accesso a una marea di prestazioni sociali agevolate: dalla carta famiglia, al bonus bebè e dall’abbattimento delle rette scolastiche agli sconti sull’energia elettrica. Infine, appunto, la possibilità di ottenere - in modo evidentemente indebito - i contributi stanziati dalla Regione per l’edilizia abitativa agevolata e la cui erogazione è subordinata all’obbligo di residenza nell’abitazione oggetto del finanziamento.

Consapevole del problema e disponibile a garantire massima collaborazione ai finanzieri, il sindaco di Lignano ha tuttavia indicato proprio nella normativa in vigore una delle falle dell’attuale sistema di autocertificazione (del cambio di residenza) e di controllo. «A differenza del passato - ha ricordato Fanotto -, quando i sopralluoghi avvenivano prima della registrazione anagrafica, adesso chi presenta domanda ottiene il rilascio del titolo di residenza entro le 48 ore successive e soltanto a quel punto scatta il controllo dell’Ufficio anagrafe». Riconoscere le residenze “di comodo”, comunque, non è poi così difficile. Basta visitare quelle stesse abitazioni nei mesi freddi, per trovarle vuote e con le utenze chiuse. Proprio come successo già in tutti i casi finiti sui tavoli della Procura.

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