L’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine è fra i migliori d’Italia

La conferma arriva dalla piattaforma “That morning - scegli tu dove curarti”. Sono valutate le strutture e i singoli reparti elaborando i dati del Ministero

UDINE. Fra le top ten in Italia per la cura della degenerazione miocardica, al sesto posto per il trapianto di cuore, come per la ricerca e la diagnosi del tumore maligno della pelle.

A orientare flussi di pazienti verso l’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine, elencato fra i migliori ospedali d’Italia per la cura di alcune patologie, è la piattaforma online specializzata “That morning – scegli tu dove curarti”, che valuta strutture sanitarie e singoli reparti con un algoritmo basato su dati del ministero della Salute e individua – a seconda della patologia – i migliori centri in Italia.

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Basta digitare il nome dell’ospedale e la località, per avere una valutazione delle prestazioni erogate o più semplicemente la patologia da trattare per selezionare un elenco delle strutture più quotate.

Così si scopre che fra i 30 migliori ospedali in Italia per specializzazione in degenerazione miocardica il Santa Maria della Misericordia di Udine spunta un punteggio di 9,5 e si piazza al nono posto dopo l’Azienda socio sanitaria degli Spedali civili di Brescia, il Centro cardiologico Monzino, l’Azienda ospedaliero universitaria Careggi, l’Ospedale Ca Foncello Ulss2 Marca Trevigiana, il Policlinico Sant’Orsola, la Fondazione toscana Gabriele Monasterio di Pisa, gli Ospedali riuniti di Trieste Cattinara e il San Raffaele di Milano.

Rimanendo nell’ambito delle patologie cardiache, Udine brilla per la cura all’infarto miocardico acuto e si piazza al decimo posto fra i 30 migliori ospedali italiani con un punteggio di 9,1, per attestarsi in sesta posizione con 8,8 di punteggio sul trapianto di cuore.

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Alta la valutazione anche per l’Ematologia che àncora il nosocomio friulano all’undicesimo posto, assegnandogli un 8,7.

Svetta anche la chirurgia maxillo-facciale udinese per le malocclusioni dentali, al dodicesimo posto in classifica al traino di un rating di 7,9. Stesso punteggio per la cura delle retinopatie che vede il Santa Maria della Misericordia al diciassettesimo posto e anche per il trattamento della cataratta, dove Udine conquista 7,9 punti.

Ottimo piazzamento per l’Anestesia e Rianimazione che, nell’assistenza al pazienti in coma, viene valutata con un 7,8 e balza al tredicesimo posto.

Di poco inferiori le valutazioni attribuite per l’efficacia di alcuni esami diagnostici come l’esofagostomia, o per la cura dell’artrite reumatoide e del glaucoma, specialità che consentono all’ospedale di Udine di figurare fra i primi 30 in Italia, stesso dicasi per il trattamento dei tumori della pelle, che registrano una crescente diffusione.

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Non solo la struttura friulana è considerata la sesta in Italia per l’individuazione del tumore maligno (8,5), dietro agli Spedali civili di Brescia, Ca Foncello, il Gemelli di Roma, il Policlinico di Bari, il Niguarda e l’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma, ma figura al settimo posto anche la cura del melanoma cutaneo (7,4).

Tralasciando l’analisi delle singole prestazioni, è la valutazione complessiva dell’ospedale a balzare agli occhi: «La struttura risulta nel suo complesso ottima – si legge sul portale –. È un ospedale grande e questo è un vantaggio, perché le strutture più grandi generalmente possono sostenere i costi delle professionalità e delle tecnologie necessarie a garantire il massimo livello di efficienza e sicurezza».

Commenti che riempiono di orgoglio Mauro Delendi, direttore generale dell’Azienda sanitaria universitaria integrata di Udine, alla guida di un ospedale che ogni anno eroga 800 mila prestazioni e gestisce 40 mila ricoveri.

«Evidente si tratta di un ranking molto positivo – ammette Delendi – di questi tempi in cui pare che fiocchino valutazioni di vario genere da soggetti valutatori, anche non sempre appropriati, mi pare sia una risposta adeguata a ciò che questa azienda produce.

E soprattutto – aggiunge – credo si tratti del giusto riconoscimento all’impegno di tanti operatori fortemente orientati sulla qualità e sulla professionalità, anche se qualche volta non sono apprezzati nella giusta misura.

Mi fa piacere che venga valutata la capacità di attrazione di alcune specialità come la cardiochirurgia, la neurochirurgia, l’ematologia e l’oncologia, solo per citarne alcuni. È chiaro – aggiunge – il direttore – che migliorare si può e si deve, ma in generale le attestazioni di stima e di apprezzamento dei pazienti ci confortano».

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