L’ospedale: «Esterrefatti: quei professionisti servivano qui»

Braganti: stiamo ancora aspettando la lista di professionisti che avevamo chiesto

UDINE. Si dichiara «esterrefatto» Massimo Braganti, direttore generale dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale, dalle notizie che provengono dal Policlinico “Città di Udine”. «Qualche settimana fa, a metà marzo, insieme con la direttrice sanitaria dell’azienda, abbiamo incontrato il direttore della Casa di cura.

In quell’occasione, oltre a chiedere la disponibilità ad accogliere alcuni nostri pazienti dalle medicine per potenziare le aree dedicate al Covid, abbiamo domandato di metterci a disposizione tecnologie per la rianimazione (i ventilatori) insieme con un elenco di anestesisti, medici, infermieri, operatori socio sanitari da poterci “concedere” secondo i vari istituti contrattuali, e nello specifico il distacco o la prestazione da libero professionista».



L’Asu Fc ribadisce, quindi, di essere pronta ad assumere subito buona parte del personale messo in cassa integrazione dal Policlinico. «Di tali elenchi, a oggi, non abbiamo avuto notizia – prosegue Braganti –, mentre abbiamo appreso della procedura di attivazione della cassa integrazione, in un momento in cui stiamo disperatamente cercando professionisti per garantire l’apertura dei posti Covid a Udine e a Palmanova, dov’è richiesto un maggior carico assistenziale». Una situazione paradossale quella venutasi a creare in città, che ha fatto arrabbiare, e non poco, il vicegovernatore con delega alla Sanità Riccardo Riccardi, che in questa fase preferisce non parlare.

Ci ha pensato Braganti a mettere qualche puntino sulle “i”: «Appare assurdo ricercare medici e infermieri in giro per l’Italia avendone disponibilità sul nostro territorio. Per ora ho trovato 20 infermieri interinali: me ne servono altri 80. Laddove fossero state evidenziate criticità da parte dei vertici del Policlinico in merito alla nostra richiesta – evidenzia – il sottoscritto e la direttrice sanitaria saremmo certamente andati alla ricerca di soluzioni favorevoli per ambedue le aziende e soprattutto per i cittadini».

Invece, a quanto pare, nessuna perplessità è stata sollevata nel corso dell’incontro, tanto che Bragante auspica di poter ancora ricevere gli elenchi dei professionisti: «Un tanto onde poter rinforzare i nostri ranghi in questa battaglia contro il Covid», conclude.

Sulla questione interviene anche il segretario del Pd Fvg, Cristiano Shaurli, che chiama in causa l’assessore Riccardo Riccardi: «Siamo in un momento di eccezionale gravità e ognuno dovrebbe fare la sua parte, anche la sanità privata: questo è uno spreco di professionalità e risorse preziose mentre siamo in carenza di personale e strutture sanitarie. Ora più che mai è necessario un lavoro di coordinamento da parte di chi sta guidando la lotta al coronavirus. L’assessore competente si faccia sentire subito, dal momento che non pare lo abbia fatto finora». Shaurli allarga il discorso per criticare le scelte fatte dalla maggioranza regionale sul tema sanitario: «In questa regione il centrodestra ha decantato la sanità privata decidendo di raddoppiarle i fondi e, nel momento del bisogno, le strutture private si defilano oppure si dedicano a offrire “tamponi” a pagamento alle persone impaurite. Questo è inaccettabile e deve cambiare», chiude il segretario dem.—


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