L’ospedale di comunità diventa modello sanitario

L’esperienza maturata a Maniago analizzata in un’importante rivista medica Un punto di riferimento per pazienti anziani affetti da patologie croniche
Di Elena Del Giudice

MANIAGO. Un modello di sanità innovativa. E’ l’ospedale di comunità di Maniago, la cui esperienza è stata oggetto di approfondimento su “Md - Medicinae doctor”, una accreditata rivista medica. L’ospedale di comunità, o country hospital, a Maniago è realtà da 12 anni e ha anticipato i provvedimenti legislativi finalizzati alla gestione della cronicità residenziale sul territorio. Gli ultimi dati confermano quanto l’ospedale di comunità di Maniago sia sempre di più punto di riferimento per pazienti anziani affetti da riacutizzazioni di patologie croniche. «Il 54 per cento dei pazienti ricoverati – spiega il dottor Luigi Cerrone nell’articolo di “Md” – rientra in una fascia di età tra i 65 e gli 85 anni, e il 16 per cento va oltre gli 85 anni. Più del 20 per cento dei ricoveri nell’anno preso a riferimento, il 2010, è da attribuire a malattie dell’apparato circolatorio, il 18 a disturbi psichici e l’11 a patologie neoplastiche».

Il country hospital si propone come struttura adeguata a garantire risposte assistenziali in regime di ricovero a pazienti affetti da riacutizzazioni di malattie croniche, esiti di interventi chirurgici o patologie terminali che non richiedono terapie intensive o diagnostica a elevata tecnologia. Tutto questo «avviene – prosegue Cerrone – in un ambiente con assistenza infermieristica e addetti alla cura della persona sulle 24 ore e presenza o reperibilità del medico di medicina generale dalle 8 alle 10 e da parte del medico di continuità assistenziale nell’orario notturno». Per queste sue caratteristiche, l’ospedale di comunità si è rivelato necessario al territorio «perché è in grado di rispondere tempestivamente alle necessità cliniche della persona a differenza delle Rsa, delle case protette o delle case di riposo – rileva il medico – in cui prevalgono aspetti socio-sanitari con accessi determinati da liste di attesa o da commissioni di valutazione che spesso rallentano la risposta a un bisogno, in quel momento, indifferibile».

L’esperienza di Maniago si è andata affermando superando lo scetticismo di una certa politica, anche perché è stata accettata dalla popolazione e dagli operatori, e sviluppando le sue potenzialità l’ospedale di comunità si è correttamente posto tra l’assistenza altamente tecnologica dell’ospedale per acuti e quella domiciliare, «come un modello appropriato di cure intermedie a disposizione del medico di medicina generale che può ricoverare i propri assistiti assumendosi in prima persona – conclude Cerrone – una responsabilità clinica e gestionale».

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