L'orazione funebre del figlio di Romoli, ecco il passaggio cruciale: non si è operato perché i suoi nemici aspettavano che fosse debole per farlo fuori

Ecco il testo del discorso che Andrea, il figlio di Ettore Romoli, ha pronunciato in chiesa, a Gorizia, durante i funerali del padre. E' un atto di accusa nei confronti di coloro che sono ritenuti i nemici dell'ex sindaco di Gorizia, perchè hanno ostacolato la sua elezione alla presidenza del consiglio regionale con la minaccia di cacciarlo fuori dal partito.
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Sono circolate le voci più assurde riguardo alla reale natura della malattia di mio padre. Questo è il luogo e il momento per fare un atto di verità.
La sua affezione era assolutamente curabile, se affrontata nei tempi e nei modi giusti, ma lui aveva una battaglia da combattere, la sua famiglia da proteggere, non poteva mollare e pensare a se stesso.
I medici lo avevano supplicato di operarsi 4 mesi fa ma lui sapeva che se si fosse mostrato debole e fragile i suoi nemici, gli sciacalli che non aspettavano altro che vedere il vecchio leone in difficoltà, gli si sarebbero buttati addosso.
E così mentre ogni giorno le forze lo abbandonavano, quegli uomini piccoli cercavano di fare il vuoto attorno a lui per farlo crollare.
Non avevano fatto i conti con noi, la sua grande famiglia allargata che al momento di scegliere abbiamo fatto capire con l’arma irresistibile del voto come la pensassimo.
Solo quando la missione era stata compiuta e onorata dalla più alta assemblea regionale, che con un voto corale lo ha nominato presidente del consiglio, solo allora mio padre ha accettato di farsi curare. Troppo tardi.
Conscio ormai dell’aggravarsi della sua situazione, ha voluto però assicurare la continuità dell’ufficio di presidenza confermando alla guida dello staff un uomo retto e capace, colpevole però di non essere della sua stessa parte politica.
Per questo gesto di correttezza e responsabilità ha patito l’onta di essere espulso dal partito che aveva contribuito a creare, poche ore prima della sua morte. La sua colpa è stata quella di non volersi piegare a meschine logiche di potere.
Per Ettore Romoli non c’erano parti politiche, c’erano uomini capaci o meno, c’erano le istituzioni da garantire ad ogni costo e c’eravamo noi la sua famiglia da proteggere e far prosperare.
Ciao Papà
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