L’opposizione contesta: «Pradamano non rappresentata»

PRADAMANO. Dopo oltre un mese, le polemiche sul nuovo cda della fondazione Muner de Giudici, non si sono sopite. Anzi, è proprio in Consiglio comunale che si è consumata una bagarre finita con il...

PRADAMANO. Dopo oltre un mese, le polemiche sul nuovo cda della fondazione Muner de Giudici, non si sono sopite. Anzi, è proprio in Consiglio comunale che si è consumata una bagarre finita con il sindaco Enrico Mossenta che caccia dall'aula il capogruppo di Libertà in Comune, Leonardo Piccoli che per contestare le decisioni della maggioranza ha assunto il ruolo di “contestatore” lanciando infine le carte in mezzo all’aula. «Durante il dibattito – dichiara Piccoli – si è dimostrato come l'assenza di un rappresentante della nostra comunità all'interno del cda sia stato un tradimento politico che romperà quel cordone ombelicale che la struttura ha sempre avuto con Pradamano». Sulla stessa stessa linea anche Ireneo Bertossi (Impegno civico): «La Muner de Giudici è un pezzo della nostra comunità e a nostro giudizio si poteva trovare una persona nella comunità con le caratteristiche richieste».

E ancora, Piccoli: «É stata offerta la possibilità di correggere le valutazioni fatte, ma i consiglieri di maggioranza, condizionati dal vicesindaco Zorzini non hanno colto l'ancora di salvataggio». La bufera è scoppiata quando il capogruppo di maggioranza Scomparin ha formulato la dichiarazione di voto, «una dichiarazione inconsistente e politicamente offensiva. Ha difeso una posizione indifendibile contraddicendo un suo consigliere che ha affermato di non aver mai visto nessuno curriculum del cda». «I curriculum – replica Scomparin – non sono richiesti dai regolamenti. I consiglieri erano informati sui nomi e sui titoli, senza conoscere direttamente i nuovi membri». E ancora, interviene Zorzini in appoggio al sindaco: «Non ci interessano le persone in quanto tali, la cosa fondamentale è che tutto il cda remi verso le necessità e i bisogni della comunità». (g.b.)

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