L’omicidio di Elsa: il Risscagiona l’unico indagato

La scienza scagiona il 33enne udinese Marcello Albini che, la scorsa estate, era stato indagato per l’omicidio di Giancarlo Ferrario, il travestito conosciuto come Elsa trovato morto il 18 dicembre 1995 in via Tomadini. Un esame condotto dai carabinieri del Ris esclude che il Dna trovato sulla scena del crimini sia quello di Albini e così ora la sua posizione va verso l’archiviazione. Sono stati invece trovati altri quattro profili genetici.
di Anna Rosso

UDINE.
La scienza scagiona il 33enne udinese Marcello Albini che, la scorsa estate, era stato indagato per l’omicidio di Giancarlo Ferrario, il travestito conosciuto come Elsa trovato morto il 18 dicembre 1995 in via Tomadini. Un esame condotto dai carabinieri del Ris esclude che il Dna trovato sulla scena del crimini sia quello di Albini e così ora la sua posizione va verso l’archiviazione. Sono stati invece trovati altri 4 profili genetici.


Sono le 3.30 del 18 dicembre 1995, quando qualcuno si accorge che in un appartamento a piano terra in via Tomadini 46 scoppia un incendio. Questa persona, con una bacinella d’acqua, tenta di spegnere le fiamme e poi si rende conto che il corpo di Elsa giace supino in un lago di sangue e con la testa fracassata. L’assassino ha colpito almeno quattro volte alla nuca con un posacenere di vetro, una in mezzo agli occhi, “finendo” la vittima probabilmente con uno stiletto o con un temperino. Addosso il povero Gian Carlo Ferrario ha soltanto un paio di calze autoreggenti. Questa la scena del delitto.


La Procura di Udine aveva riaperto questo caso a seguito di una segnalazione dei carabinieri i quali, a inizio 2007, avevano ricevuto notizie riguardanti la probabile responsabilità di una persona in relazione all’uccisione di Ferrario. Gli elementi indiziari forniti sono stati approfonditi e, in seguito, è spuntato anche un altro testimone che ha indicato Albini come frequentatore di Elsa.


A quel punto il pm titolare dell’inchiesta, il sostituto procuratore Claudia Danelon, ha deciso che quel quadro indiziario andava approfondito in modo da garantire tutte le facoltà difensive all’interessato. Ha quindi incaricato il tenente Christian Faccinetto del Ris di Parma di effettuare la comparazione del segmento di Dna rinvenuto su un cuscino del letto matrimoniale, poi divenuto la “tomba” di Elsa, con quello di Albini.


Quest’ultimo ha indicato come suo legale di fiducia Giovanni Adami che, a sua volta, ha nominato come proprio consulente di parte un’esperta di Dna, Paola Tasinato dell’Istituto di medicina legale dell’Università di Padova.

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