Lo zafferano, il goji la mela che si beve: agricoltura di qualità

SAN QUIRINO. Lo zafferano, la mela che si beve, le bacche di goji e da qualche mese anche il fagiolo antico di San Quirino. Sono i prodotti della terra dei templari immessi nel mercato negli ultimi...

SAN QUIRINO. Lo zafferano, la mela che si beve, le bacche di goji e da qualche mese anche il fagiolo antico di San Quirino. Sono i prodotti della terra dei templari immessi nel mercato negli ultimi anni grazie all’innovazione e al sacrificio di imprenditori locali, spesso giovani, che stanno investendo sull’agricoltura di nicchia e di qualità. C’è il marchio “Lo Zafferano di San Quirino” creato da Walter Zamuner, il più grande produttore del nordest dell’“oro rosso”. Questi ha promosso anche la nascita del marchio “Lo Zafferano del Friuli”, una rete di imprese che seguono gli stessi crismi produttivi e di certificazione del suo prodotto.

C’è poi l’azienda agricola di Carlo Meneguzzi “La mela che si beve”, nota anche all’estero, che produce succhi di mela e kiwi naturali risultato di una lavorazione artigianale.

Dal 2015 Elisa De Bortoli si è lanciata nella coltivazione delle bacche di goji, frutto originario dell’Himalaya dalle proprietà antiossidanti che sul mercato si trova essicato e che l’imprenditrice propone invece fresco.

Infine il fagiolo antico di San Quirino prodotto dalla società agricola Arnese e Rossi Mel, avviata dai coniugi Donato Arnese e Roberta Rossi Mel e dal fratello di quest’ultima Cristian. Casualmente, hanno scoperto che le sementi di questo legume – diffuso fino a un centinaio di anni fa sul territorio comunale e che la famiglia ha continuato a coltivare nell’orto di casa – sono rimaste le uniche in Italia. Il prodotto nel 2016 è stato riconosciuto tra i nuovi prodotti agricoli tradizionali dall’Ersa.

A fare sistema per la valorizzazione dei prodotti tipici del territorio ci pensa inoltre anche il Comune, capofila nell’ambito della redazione del Piano di sviluppo rurale che coinvolge una dozzina di altre amministrazioni in provincia.

Tra i progetti allo studio c’è anche quello di una filiera della carne che utilizzi le strutture del macello comunale di Cordenons e del centro di lavorazioni carni di San Quirino, gestiti dalla ditta Franco Gattel, mettendo in rete Comuni e aziende di allevamento del territorio sotto un unico marchio legato ai “Magredi”. Sempre l’amministrazione comunale è poi impegnata nel rilancio del mercato settimanale agricolo a chilometri zero, nato due anni fa a San Foca.(m.bi.)

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