«Lo strano caso del killer che prega il Dio delle vittime»

UDINE. A furia di frequentare “assassini e complici di assassini”, ha scoperto che i corrotti, i mafiosi e gli stragisti sono praticanti e si considerano buoni cattolici. Il procuratore generale di Caltanissetta, Roberto Scarpinato, ieri sera ospite del Teatro nuovo “Giovanni da Udine”, ha cercato di analizzare il rapporto tra mafia e Dio. Una riflessione che il magistrato ha proposto al pubblico udinese e di tutto il mondo, subito dopo la cerimonia di consegna, direttamente nelle sue mani, del premio “Honor et dignitas Ernesto Balducci”.
Si è aperto così il 19° convegno dedicato quest’anno a “Ragazzi, ragazze e donne del pianeta protagonisti di un futuro umano”. Scarpinato ha cercato di descrivere lo strano rapporto, rappresentato da killer che prima ammazzano e poi vanno in chiesa a pregare, così come qualsiasi “persona normale”. «Com’è possibile – si è chiesto – che vittime e assassini preghino lo stesso Dio? La risposta che ho cercato di darmi è che in realtà pregano un Dio diverso. Questo miracolo della moltiplicazione di Dio avviene grazie al fatto che il rapporto tra Dio e il fedele non è diretto, ma mediato da un sacerdote». Dunque, esisterebbe un Dio dei potenti e un Dio degli impotenti, uno dei mafiosi e uno degli antimafiosi, uno dei fascisti e uno degli antifascisti.
«Ci sono prelati che siedono alla stessa mensa dei dittatori – ha continuato – e preti che stanno dalla parte degli oppressi. E poi ci sono i burocrati di Dio, quelli che non stanno da nessuna parte, se non dalla loro. Ciascuno sceglie il proprio Dio, molto democraticamente». Parole che danno valore alla scelta di quest’edizione.
«Il premio a Scarpinato – ha commentato il rettore dell’università di Udine, Cristiana Compagno – in questo brutto momento della storia attribuisce ancora più merito al magistrato che lotta contro la mafia e per i principi della legalità». Sotto accusa, insomma, il potere. «Il potere che sfrutta gli esseri umani – ha spiegato il responsabile del Centro Balducci, don Pierluigi Di Piazza –, mentre la strada da percorrere è quella della presenza e della partecipazione. Noi - ha aggiunto - continueremo ad accogliere e a promuovere la cultura della legalità».
Proprio come si è detto pronto a fare anche il Comune di Udine. «Come amministrazione comunale - ha detto l’assessore alla Cultura, Luigi Reitani - crediamo in una logica di inclusione. Affinchè la nostra città sia davvero la città di tutti».
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