L’ingegnere con il software pirata

PORDENONE. Una maximulta di quasi 58 mila euro è stata elevata al titolare di uno studio di ingegneria della provincia di Pordenone. All’interno della sua azienda le Fiamme gialle hanno scoperto, lunedì scorso, venti software privi di regolare licenza, installati su otto computer dello studio.
Complessivamente il controvalore commerciale dei software “pirata” sfiora i 29 mila euro. La sanzione amministrativa prevista è, infatti, pari al doppio del valore di mercato dei prodotti utilizzati. Il professionista è stato pertanto denunciato per violazione della legge sul diritto d’autore.
L’indagine, avviata su scala nazionale, si è concentrata sugli studi di ingegneria, architettura e geometri. È proprio il comparto di progettazione legato all’edilizia e alle costruzioni quello in cui vengono utilizzati i programmi più sofisticati e costosi e in cui, di conseguenza, si riscontra il maggior numero di violazioni.
L’operazione del Nucleo speciale di tutela della proprietà intellettuale di Roma ha coinvolto 116 aziende in tutta Italia, una per provincia. Gli studi di professionisti sono stati ispezionati dalle Fiamme gialle: all’opera, in particolare, gli specialisti formati in analisi forense dei dati sui computer. In tutto sono stati denunciati 71 imprenditori.
Al momento del controllo, c’è chi ha cercato di cancellare maldestramente le tracce dell’illecito da remoto proprio mentre i militari procedevano all’acquisizione forense dei contenuti del pc.
Sotto sequestro 1.200 software illecitamente utilizzati (per un controvalore commerciale di due milioni di euro) e 400 apparati, fra computer e hard disk. Ammontano a 4 milioni di euro le sanzioni amministrative contestate complessivamente.
Dall’operazione Underlicensig è emerso che il 57 per cento delle società sottoposte a controllo utilizzava software illegali. E dire che nell’ultima indagine globale della Bsa (che rappresenta i produttori di software) il tasso di pirateria in Italia veniva dato in calo, al 45 per cento. Nell’indagine della Guardia di finanza, più della metà degli imprenditori del Nord non è risultato in regola, al sud tre imprese su quattro utilizzavano software pirata mentre al centro il 64 per cento degli imprenditori utilizzava software originali.
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