L’ingegnere che amava tanto natura e montagna
udine
«Federico era una persona umile e semplice, nella montagna vedeva questa semplicità. Passava delle ore a guardare come cambiava il cielo, a osservare un fiore che si apriva, riusciva a trovare la bellezza in qualsiasi cosa». Anny Comello, la compagna di Federico Deluisa, 41 anni, lo sci-alpinista di Udine deceduto, ieri, dopo essere stato travolto dalla valanga sul Monte Jôf Fuart, non riesce a immaginare la sua vita senza Federico. Con lui condivideva la passione per la montagna: «Era stato lui a insegnarmi a vedere le cose in modo non banale, a guardare all’essenziale» ripete con la voce tremante, trattenendo a stento la disperazione che l’avvolge da quando ha saputo che Federico è volato via dalla Gola a Nord-Est.
Ingegnere, 41 anni, lavorava alla Freud Spa, istruttore di sci – «era il migliore» ripetono tutti – Federico Deluisa programmava da tempo la discesa lungo quella Gola. «Sapeva che non sarebbe stato semplice, da tempo cercava le condizioni e la compagnia giusta per non farla da solo – racconta la compagna –, erano tutti molto esperti di montagna». Ma la montagna tradisce anche i migliori e ieri ha tradito Federico e Carlo Picotti, risparmiando per un soffio Andrea Polo, il terzo scialpinista che ha visto travolgere dalla neve i due amici.
Federico lascia un ricordo profondo non solo nella vita di Anny, ma anche dei molti amici che in queste ore vorrebbero urlare al mondo il loro dolore per aver perso una persona «sempre disponibile – racconta Melania Lunazzi –, un ragazzo generoso, altruista, fortissimo sulla neve». Umanamente «era una persona splendida, Federico si stupiva per ogni cosa» ripete la compagna sapendo che senza il suo sguardo nulla sarà più come prima. Era una persona che non lasciava indietro nessuno, neppure in veste di istruttore della Scuola di alpinismo e scialpinismo Vuattolo della sezione Cai di Cividale, dove in queste ore piangono la sua scomparsa e quella di Carlo. Da ieri pomeriggio il profilo social della Scuola è listato a lutto e un lungo elenco di commenti ricordano i due scialpinisti esperti travolti dalla valanga.
Ieri pomeriggio gli amici di sempre si sono ritrovati all’aperto, a Udine, per ricordarli entrambi. «Ciao solare amico – ha scritto Michele Rodaro pensando a Federico – amante della vita, della natura coi suoi fiori di montagna, con i suoi raggi di sole che andavi a cercare in ogni occasione». Pur amando l’avventura, Federico non superava mai l’asticella, ma ieri le cose sono andate diversamente e Federico non c’è più. «Ci mancherà la tua semplicità genuina e la tua generosità, che lasciavi con modestia trapelare dalle tue azioni, quando regalavi il tuo tempo agli amici, più o meno fortunati». Lo scialpinista dedicava molta attenzione anche ai meno fortunati. In queste ore sono in molti a piangerlo, a ricordare il suo sorriso e il suo sguardo attraverso il quale sapeva infondere sicurezza e voglia di vivere. Tutti si stringono attorno alla compagna e ai genitori che hanno perso il loro unico figlio. —
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