L'infettivologo friulano: «Continuate a vaccinarvi anche con AstraZeneca, non c'è pericolo»

UDINE. «Il ritiro in via precauzionale dei lotti di vaccino AstraZeneca è un atto dovuto, noi come comunità scientifica non siamo preoccupati: continuate a vaccinarvi». All’indomani del polverone sollevato dai decessi di due militari in Sicilia dopo la somministrazione del vaccino anti coronavirus, Massimo Crapis, il direttore del reparto di Malattie infettive dell’Azienda ospedaliera Friuli occidentale, spiega perché non dobbiamo farci sopraffare dal panico.
Professore, cosa sta succedendo?
«Sta succedendo che nel momento in cui viene segnalato un potenziale effetto collaterale grave conseguente all’infusione di un vaccino, l’Agenzia europea del farmaco, come atto dovuto, apre un file di attenzione dicendo potrebbero esserci dei problemi».
Gli effetti collaterali non dovrebbero essere emersi durante le sperimentazioni?
«Infatti l’Ema per prima cosa va a vedere quali effetti collaterali sono stati indicati nello studio che ha portato all’emissione del vaccino e se non ci sono effetti collaterali analoghi a quelli segnalati diventa importante capire se c’è una correlazione, come atto dovuto si va a vedere se c’è un potenziale legame di causa ed effetto. È un meccanismo che deve dare sicurezza, che conferma che c’è una vigilanza iper attiva nei confronti dei farmaci e che il provvedimento è immediato rispetto alla segnalazione di un possibile effetto collaterale».
FOCUS SULLE REGOLE
Forse è proprio il fatto che ci sia solo un nesso temporale a preoccupare la gente?
«Esatto, ora si può parlare solo di nesso temporale, è come se prendessimo tutti i vaccinati che hanno fatto un incidente in macchina anche questo è un nesso temporale che deve essere corroborato da un nesso causale».
La comunità scientifica è preoccupata?
«La comunità scientifica non è preoccupata, stiamo aspettano che le indagini ci facciano capire qualcosa, ma non c’è da pensare che gli eventi trombotici siano correlati alla vaccinazione anti Sars-CoV2 quindi le vaccinazioni devono andare avanti».
E se dovesse emergere una correlazione?
«Se si trova un nesso causale siamo pronti a rivedere le cose anche nell’immediato, la macchina è oliata e funziona alla perfezione. Lo dimostra l’immediato sequestro dei lotti da parte dell’Aifa».
Tra la gente la percezione è diversa?
«Dispiace che nella percezione della gente ci sia una percezione di insicurezza. Dispiace perché questo è un elemento di sicurezza, tutti i passaggi sono stati pensati per escludere che ci sia un nesso causale».
Che clima si respira in ospedale, cosa vi chiedono i cittadini?
«Certo che stanno chiamando ma noi li tranquillizziamo. Dobbiamo mantenere una certa razionalità e un atteggiamento scientifico grazie al quale abbiamo avuto i vaccini in tempi rapidi che stanno dando risultati importanti.
Secondo lei questo incidente di percorso può rallentare la campagna vaccinale?
«Dispiace perché siamo all’inizio della campagna vaccinale, non possiamo partire con queste insicurezze».
Sta dicendo che qualcuno può saltare a facili conclusioni?
«Sto dicendo che la domanda da porsi è quella che si è posta l’Ema, ovvero: sarà vero che c’è un nesso di casualità nei disturbi avvertiti da alcuni pazienti? Saltare già alle conclusioni non è un atteggiamento scientifico, bisogna fare corretta informazione».
PER APPROFONDIRE
Cosa diciamo ai non vaccinati?
«È importante dire ai non vaccinati di fare la prima dose con fiducia».
La risposta arriverà a breve?
«Ritengo proprio di sì anche perché abbiamo gli occhi di tutto il mondo addosso. Le indagini richiedono un tempo limitato non certo mesi».
La gente cosa vi chiede?
«Stanno telefonando in tanti: “Il mio vaccino è confermato?” chiedono preoccupati. Noi tranquillizziamo tutti».
Se nei sistemi produttivi, nella conservazione e somministrazione non vengono assunte tutte le accortezze del caso, il prodotto può essere danneggiato?
«Nelle diverse produzioni può succedere qualcosa di diverso, ma spesso è più facile contaminare il lotto con i batteri. La somministrazione intramuscolo, invece, non presenta fattore di rischio tromboembolico, al massimo se non si disinfetta bene può seguire l’infezione».
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