L'inchiesta sugli appalti truccati: così le aziende indirizzavano le gare

Operazione Grande Tagliamento, parla il capo della Procura di Gorizia: «L’indagine non sarà breve». Sequestrate migliaia di carte, ma anche computer e hard disk

«Quel che emerge dagli elementi probatori sin qui analizzati è l’esistenza di una spartizione preordinata degli appalti, che permetteva alle aziende coinvolte di contravvenire i principi della libera concorrenza nelle gare pubbliche». Una vera e propria centrale del malaffare, architettata da un gruppo di aziende friulane e venete, che per almeno tre anni si sarebbero spartite gli appalti per la realizzazione e la riqualificazione di centinaia di opere pubbliche, nel Nordest e non solo.

Dalle autostrade agli aeroporti: una “cupola” pilotava gli appalti
Sono 400 i finanzieri del Comando Fvg impegnati nel triveneto e in tutta Italia in acquisizioni documentali, perquisizioni e sequestri disposti dalla Procura di Gorizia in enti pubblici e societa' per indagini su appalti di opere pubbliche per un valore di oltre un miliardo di euro, 21 novembre 2018. L'inchiesta ipotizza turbative d'asta tra le imprese coinvolte per effetto di pratiche collusive, ma anche frodi nella realizzazione di ponti, viadotti, cavalcavia, sottopassi, gallerie, piste aeroportuali costruite utilizzando materiali difformi da quelli dichiarati. ANSA/GDF GORIZIA +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++


Il capo della Procura di Gorizia, Massimo Lia, pronostica tempi lunghi per la conclusione delle indagini: «L’inchiesta è vasta, la mole di documentazione sequestrata è imponente», riflette il numero uno della magistratura isontina nel day-after dell’azione congiunta di quattrocento finanzieri, che in tutta Italia hanno setacciato computer e archivi di oltre 220 soggetti a vario titolo coinvolti. «Stiamo ricostruendo centinaia di procedure d’appalto: sospettiamo l’adozione di pratiche collusive, di veri e propri accordi a tavolino tra le aziende interessate a pilotare le gare a loro guadagno».
 

INCHIESTA GRANDE TAGLIAMENTO, I NUMERI

  • 100 indagati
  • 120 società coinvolte
  • 220 soggetti sotto osservazione (tra funzionari, titolari di aziende e dirigenti)
  • 150 appalti nel mirino
  • 1 miliardo di euro il valore delle opere
  • 400 finanzieri coinvolti
  • 13 le regioni coinvolte
  • 16 le stazioni appaltanti dove sono stati sequestrati documenti


L’attività della Gdf

La Procura di Gorizia attende di mettere le mani sui documenti, sugli incartamenti e sulle unità di archiviazione digitali sequestrate mercoledì in quasi duecento tra sedi legali, uffici e abitazioni riconducibili ad aziende, consorzi ed enti pubblici, toccati dall’inchiesta “Grande Tagliamento”, scattata dopo che le Fiamme gialle del capoluogo isontino avevano accertato una serie di violazioni alle norme sui subappalti relative ai lavori di riqualificazione di corso Italia, proprio a Gorizia.



I finanzieri della Compagnia goriziana, coadiuvati dai colleghi di tutti i comandi provinciali della regione, hanno recuperato migliaia di documenti da tutto il Triveneto per tentare di ricostruire con precisione il meccanismo che stava alla base della distribuzione pilotata degli appalti, secondo quella che è la tesi accusatoria della Procura. L’attività di sequestro e ricognizione degli atti è andata avanti fino alla tarda notte di mercoledì, con la documentazione che è in larga parte stata fatta convogliare in direzione della caserma Sante Laria di Gorizia, dove ha sede la Compagnia della Gdf. Faldoni, carte, hard disk, ma anche computer sono stati sequestrati nel corso delle perquisizioni effettuate mercoledì.



La Procura

Il capo della magistratura isontina ieri è tornato a parlare dell’inchiesta, senza tuttavia sbottonarsi o lasciar trapelare alcunché sui destinatari degli avvisi di garanzia. «Considerata la mole di documenti che ci troviamo a dover analizzare, è facile prevedere che le indagini non saranno brevissime: il nostro è un ufficio di piccole dimensioni e al momento a coordinare le indagini c’è solo una collega (la pm titolare dell’inchiesta, Valentina Bossi, ndr), pur coadiuvata da decine di finanzieri. La vastità e la complessità del procedimento richiederanno un lavoro certosino, che giocoforza non potrà essere brevissimo». Gli investigatori si sono avvalsi anche delle intercettazioni, autorizzate dal Gip.



Le accuse

Sono cento gli indagati nell’ambito dell’inchiesta, che punta a fare luce su 150 opere pubbliche appaltate nel triennio 2015-2018. Si tratta in particolare di manutenzione e costruzione di strade, autostrade, ponti, viadotti, cavalcavia, sottopassi, gallerie, piste aeroportuali, edifici, opere fluviali e di sistemazione idraulica, acquedotti, gasdotti, opere marittime e lavori di dragaggio, impianti di bonifica e protezione ambientale, effettuate perlopiù nel Nordest. Ma nel mirino della Procura ci sono anche gli appalti legati alla ricostruzione di tre infrastrutture danneggiate dal sisma che nel 2016 ha colpito Umbria e Marche.

Le ipotesi di reato contestate sono associazione a delinquere, turbativa d'asta, inadempimenti e frodi nelle pubbliche forniture, violazioni nelle leggi sui subappalti e concussione.

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Il ministro

Contattato dalla nostra redazione, il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, ha fatto sapere di non voler commentare la vicenda, preferendo attendere ulteriori sviluppi delle indagini prima di esprimere una valutazione in merito.

 

 

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