Lignano, la città inventata dagli architetti per essere diversa da tutte le altre - Il commento

La storia urbanistica è ricca citazioni in un viaggio continuo tra riflessione critica e letteratura. Capitale del «desiderio di massa, in spazi dove poter consumare il rito dello svago collettivo» 
Lignano Pineta ripresa dall’alto negli anni ’50 con la chiocciola di Marcello D’Olivo
Lignano Pineta ripresa dall’alto negli anni ’50 con la chiocciola di Marcello D’Olivo

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Lignano Sabbiadoro è la città inventata, la “città sulla luna” come romanticamente l’aveva chiamata il poeta ingegnere Leonardo Sinisgalli, che in arco del Bragozzo si era fatto progettare una villa da Marcello D’Olivo, il grande architetto che ascoltava volentieri l’intellettuale milanese, favorevole alle linee curve rispetto a quelle rettilinee, anteponendo l’aspetto dinamico a ciò che è statico, e dunque con largo spazio dato a ovali, ellissi, spirali e così via.

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La storia urbanistica e architettonica di Lignano è ricca di simili citazioni in un viaggio continuo tra riflessione critica e letteratura. Un esempio riguarda proprio il rapporto tra D’Olivo e Sinisgalli, spiegato dal professor Paolo Nicoloso in una illuminante guida su come si sviluppò “la spiaggia dei friulani” divenendo in regione il principale luogo d’una modernità emblematica del Novecento. Vide ufficialmente la luce nel 1903 mentre la conquista dell’autonomia comunale, staccandosi da Latisana, avvenne solo nel 1959, proprio 60 anni fa.

Sotto gli occhi di tutti, come succede a una vera città di fondazione, Lignano, con anima divisa tra Sabbiadoro, Pineta e Riviera, si è trasformata in capitale del «desiderio di massa, in spazi dove poter consumare il rito dello svago collettivo». E la sua architettura, coraggiosa e anticonformista, riflette appunto tale particolarità.

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Ciò che i committenti non consentirono ai nostri prodigiosi architetti a Udine o nei centri residenziali, lo hanno invece permesso senza problemi lì, a due passi dalla sabbia, dando vita a una storia originale e unica nel pianeta friulano.

Nulla può insomma assomigliare a Lignano, soprattutto per quanto vi accadde a cavallo del boom tra anni Cinquanta e Sessanta quando la spiaggia si scrollò di dosso titubanze o timidezze trasformandosi in un organizzato, accogliente, curato, “divertificio”, orgoglioso di essere diverso da altre località balneari, come quelle delle coste venete o romagnole.

«Immergersi negli archivi del Comune di Lignano è una vera delizia per un urbanista». Frase tratta da quanto Paola Cigolotto e Oscar Meneghini hanno scritto nel recente volume dedicato dalla Filologica friulana a Sabbiadoro e dintorni.

Perché, aggiungono, è sempre raro potersi confrontare passo dopo passo con una città, «croce e delizia degli urbanisti», creata in meno di un secolo e che rappresenta una fonte piena di stimoli, conoscenze e riflessioni.

Anzi i due saggisti, ispirandosi a New York, coniano anche la definizione “Delirious Lignano” per raccontare l’accavallarsi incessante tra progetti, promotori privati, società di costruzioni, lottizzazioni, piani redatti e poi revocati.

«Senza azzardare similitudini con New York che non reggono – spiegano – ciò che sollecita l’analogia è però l’immagine che chiama in causa appunto delirio, sovraeccitazione della fantasia, superamento dei limiti, tensione che si accompagna alla rapida crescita, incontrollata nei suoi esiti finali e gestita in buona parte da operatori privati...».

Tutto ciò ha alimentato diverse idee di città, di cui la più celebre risale a D’Olivo quando nel 1955 disegnò l’elegante spirale di Pineta. E negli anni Sessanta si aggiunse la “città delle marine” secondo un piano elaborato da Attilio Zannier e Luciano Di Sopra e rivolto alla laguna e al Tagliamento.

In anni più recenti è fiorito, tra polemiche e discussioni politiche, il vorticoso aumento delle cubature per cui tanti villini sono diventati svettanti condomini.

Storia insomma breve e infinita allo stesso tempo, sperando che la pluralità dei linguaggi (e delle esigenze) non uccida l’identità di un luogo, pur destinato allo svago e alla vacanza.

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