L’idea anti-siccità «Le cave dismesse diventino bacini»

Fabiano Filippin
La siccità fa ormai paura anche nel Friuli occidentale, tradizionalmente abituato a forti piovosità. Tanto che il consorzio di bonifica Cellina-Meduna cerca di correre ai ripari, studiando soluzioni alternative per la captazione di maggiori risorse idriche. Tra le ipotesi allo studio c’è anche la realizzazione di nuovi impianti di contenimento in modo da aumentare le disponibilità durante le emergenze come quella in corso.
«L’opinione pubblica deve capire che senza acqua l’agricoltura non può dar da mangiare alle famiglie e che il clima secco rischia di diventare una costante anche nella Destra Tagliamento», commenta il presidente del consorzio, Ezio Cesaratto. Che allo stesso tempo “apre” ad un’ipotesi tecnica rilanciata pochi giorni fa a Bruxelles dall’eurodeputato spilimberghese Marco Dreosto: quest’ultimo ha infatti chiesto alla Commissione europea di finanziare progetti di recupero di vecchie cave dismesse per trasformarle in laghi temporanei. Praticamente bacini da riempire quando piove tanto e le ondate di piena si sprecano e da svuotare quando la sete dei campi aumenta. «È un’idea intelligente come tutte quelle che puntano al miglioramento delle infrastrutture e al loro sviluppo tecnologico – osserva Cesaratto –. L’impiantistica, anche locale, deve aumentare notevolmente di qui ai prossimi anni. A livello nazionale è in fase di elaborazione un piano degli invasi per incrementarne la portata e il numero. Utilizzare in questo senso anche siti che non hanno altri scopi può diventare un modo come un altro per recupare ulteriori capacità». L’intervento di Dreosto è stato sottoscritto da una decina di colleghi del gruppo Identità e democrazia, dal Nord Ovest al Sud Italia. «Le opere di adeguamento delle ex aree di estrazione permetteranno anche l’individuazione di nuovi posti di lavoro in un’epoca critica per l’occupazione», si legge nel documento di Bruxelles. Nel frattempo le piogge delle ultime ore non sembrano aver attenuato l’emergenza idrica del Pordenonese. «L’asta del Meduna sta meglio e gode di circa 30 milioni di metri cubi di acqua mentre il Cellina risulta più in sofferenza in quanto il livello di Barcis viene mantenuto basso per permettere i lavori lungo la viabilità comunale», conclude il presidente del consorzio che ha ricordato come gli agricoltori abbiano iniziato a bagnare i terreni con 2 mesi d’anticipo. —
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