L’ex circolo ufficiali perde pezzi

UDINE. Cade l’intonaco dell’ex circolo ufficiali di via Aquileia e i vigili del fuoco transennano la zona. Una facciata oramai irriconoscibile ha sostituito quella che un tempo accoglieva i ranghi più alti dell’Esercito. In via Aquileia non si contavano feste, incontri e gala durante il periodo d’oro del circolo. Ora, con le razionalizzazioni della spesa, la facciata è solcata da enormi “rughe” che restituiscono lo stato di abbandono dello stabile. Stato di abbandono che è evidente anche da alcune imposte divelte.
L’anno della crisi è il 2010 quando l’esigenza di razionalizzare diventa impellente anche nel mondo della Difesa. Le Forze armate decidono di non sobbarcarsi più la gestione diretta del circolo e promuovono il primo bando per l’esternalizzazione del servizio. A maggio di quell’anno lo stabile riapre i battenti, ma a tempo, perché da Roma arriva l’aut aut: chiusura o privati.
È lo Stato maggiore a prendersi carico delle spese per il circolo. I proventi frutto delle iscrizioni, infatti, servono appena a coprire le spese (per dirla con altre parole, a pagare le bollette). Per tutto il 2010 il personale del circolo è militare, ma l’obiettivo è che camerieri, uscieri e qualsiasi altra figura necessaria allo storico ritrovo siano stipendiati dalla ditta che si aggiudicherà la gestione. In questo sistema, però, giocano una parte fondamentale i ricavi delle attività interne.
E di ricavi in via Aquileia se ne contano pochini. Da quel momento i bandi indetti sono almeno cinque. Ma nessuno con serie intenzioni di rilevare la gestione si è fatto avanti. Considerata l’impossibilità di affittare lo stabile a privati, l’Esercito ha vagliato anche l’ipotesi di affidarlo al pubblico e più precisamente al Comune. Ma anche per Palazzo D’Aronco la coperta è corta.
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