Lettera a D.

Storia di un amore

di André Gorz

Sellerio

Prima edizione 2008

68 pagine
9,00 euro

di Sergio Buonadonna

Un atto estremo d'amore e un atto d'amore estremo, ma anche un appello all'ecologia politica e un'accusa senz'appello alla tecnomedicina. Si può morire di tutto questo? Sì. André Gorz, il filosofo della sinistra esistenzialista e libertaria francese, e la moglie Dorine lo hanno fatto un anno fa togliendosi la vita. Insieme per cinquantotto anni, negli ultimi ventitré lei afflitta da un morbo degenerativo fonte di inesauribili sofferenze, hanno voluto finire come nell'antica leggenda delle Isole Trobriand dove sulle tombe dei due amanti suicidi s'intreccerà l'albero della vita.


È questa la madre di tutte le favole di amore e morte e infatti la storia di André e Dorine evoca Ero e Leandro e Tristano e Isotta, ed è l'epilogo non scritto di
Lettera a D. - Storia di un amore
, il diario che Gorz scrive nei mesi precedenti la fine quando Dorine non ce la fa più e lui - il grande giornalista e saggista, il fondatore di Nouvelle Observateur, l'allievo di Sartre, l'esistenzialista-marxista, il profeta del Maggio '68 - non ha più opere da tramandare, ma solo la necessità di scrivere alla moglie «per capire quel che ho vissuto, quel che abbiamo vissuto insieme».


«La passione amorosa - dice - è una maniera di entrare in sintonia con l'altro, e soltanto con lui o lei». «Siamo al di qua e al di là della filosofia» ammette l'ottantaquattrenne Gorz in questo diario diventato un libretto emozionante: la confessione pubblica di quanto un uomo non riesce a dire in vita alla sua donna specie quando lei è più forte.


«Noi saremo ciò che faremo insieme», diceva Dorine ed «era quasi Sartre», ricorda lui ancora stupefatto. La stessa forza manifesterà Dorine quando l'aracnoidite contratta per l'errore di un radiologo l'avrà invasa inesorabilmente e la tecnomedicina, quella che Foucault chiama il bio-potere, avrà svelato la sua aggressività. Merito di Sellerio avere portato in Italia questo testo che ha fatto scalpore in Francia, reso con massima chiarezza dall'ottima traduzione di Maruzza Loria. Filosofia e rivoluzione si risolvono nella capacità finale di Gorz di dire «ti amo» senza averlo mai scritto, con il doloroso bisogno di restituire alla sua compagna gli omissis di una vita.


Troppo preso dalla sua ansia filosofica, gli era sfuggita la dimensione personale dei rapporti d'amore e di coppia temendo che fossero alienazione sociale («Non ero lontano dal considerare l'amore come un sentimento piccolo-borghese»). Ma ora che la sta perdendo si reinnamora di lei e passa all'ultimo atto: «Non voglio più rimandare l'esistenza a dopo».

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