Lestizza, nessuno cancella la scritta anti-Islam

Nel paese si infiamma la polemica sul gesto di intolleranza. Critiche al Comune, ma anche all’indifferenza della gente

LESTIZZA. Una scritta anti-Islam campeggia da tempo sul muro di contenimento del campo sportivo di Santa Maria di Sclaunicco c’è chi si ribella al fatto che il sindaco di Lestizza Geremia Gomboso non l’ha ancora fatta rimuovere. Gli autori dell’ineducato gesto avevano avvertito: «Provait a cancelâ!», come si legge ancora.

Insorge la minoranza e s’infiamma la pagina Facebook “Tu sês di Sante Marie se”. Circa il messaggio «Friûl cristian, mai musulman» - riscritto sopra a uno simile, già cancellato a cura del Comune -, allora era stata unanime la condanna di Gomboso, del parroco don Gino Paolini, del presidente della polisportiva Luigi Contento. Tutti erano dell’idea di non dare importanza al fatto, per non esaltare il protagonismo degli intolleranti vandali.

A distanza di due mesi, però. il capogruppo di opposizione Emanuele Guerra si chiede, dopo aver registrato «dal municipio un continuo rinvio (ora manca l’operaio, ora l’idropulitrice), se sia il caso di presentare un’interrogazione per chiarire se con questo atteggiamento l’amministrazione comunale sia ostaggio del vandalo che impone di non cancellare, o se non intenda prendere posizione perché è più comodo».

Su Fb il dibattito parte da un indignato post di Enrico Cossio per l’indifferenza della gente, «che passa di lì per andare in cimitero e gira la testa dall’altra parte».

Approvano Daiana Marangone e Simone Wes Fabiani, mentre Michele Vuaine Marangoni suggerisce di organizzarsi autonomamente con bombolette o rulli per coprire la scritta. Plauso di Kevin Borghi Borghini, però il proposito cade in quanto c’è rischio di macchiarsi dello stesso reato di imbrattamento.

Intervengono Dominick Marangone, Pierpaolo Contento, Mosè Cornetti («Occorre fare, non solo dire di fare!») e Carlo Fantino: il permanere della scritta è segno di debolezza di chi governa il Comune o l’indifferenza del paese nasce da malcelata condivisione dell’intolleranza religiosa e culturale?

Infine il consigliere di maggioranza Gianluca Vignando avverte che «un’indagine è in atto, si rischia di passare per responsabili che coprono il malfatto. Bisognerebbe invece invitare chi ha scritto a cancellare, così si può ritirare la denuncia e la bravata finisce lì. L’alternativa è il risarcimento danni».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto