L'esperto del Sert: "I derivati della cannabis possono avere effetti devastanti"

Il dottor Francesco Piani, psichiatra e responsabile del Dipartimento delle dipendenze, offre uno spaccato sul consumo di droghe a Udine e nei comuni vicini

UDINE. «A Udine e nell’hinterland si registra un aumento del consumo di cocaina, anfetamine e in particolare ecstasy. C’è senza dubbio un commercio clandestino di metadone. E tra i tossicodipendenti si nota una marcata tendenza ad assumere contemporaneamente diverse sostanze stupefacenti, unite magari ad alcol.

Tale comportamento è pericolosissimo perché le conseguenze sul fisico e sul cervello sono spesso imponderabili e anche letali, come purtroppo confermano i casi di decesso dello scorso anno».

Con queste parole il dottor Francesco Piani, psichiatra e responsabile del Dipartimento delle dipendenze, offre uno spaccato sul consumo di droghe in città e nei Comuni vicini.

«È vero, purtroppo – spiega l’esperto, che nella sua carriera ha affrontato centinaia di casi –, che i ragazzi provano le droghe ad età sempre più basse. Il consumo di sostanze derivanti dalla Cannabis sembra essere entrato a far parte della cultura sociale e quel che non si comprende è che tutti hanno cominciato con le cosiddette droghe leggere, anche coloro che poi sono rimasti schiavi di sostanze devastanti per il fisico e la mente».

Ecco perché, secondo il dottor Piani, non ha senso la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti: «Esistono solo – precisa – le droghe. Poi si potrebbe fare una graduatoria degli stupefacenti in base ai danni che provocano, ma anche questo è un discorso complesso visto che anche i cannabinoidi, se consumati con frequenza, possono danneggiare gravemente corpo e psiche».

Cosa significa? «In pratica – prosegue ancora Piani – in soggetti predisposti, per motivi genetici o per qualche forma di vulnerabilità, i cannabinoidi (che, non dimentichiamocelo, sono sostanze psico-attive, cioè vanno ad alterare la percezione della realtà e i meccanismi di pensiero e ideazione) vanno a innescare psicosi latenti.

Quando capita le persone possono avere allucinazioni, parlare in modo delirante o manifestare manie di persecuzione. In sostanza, “escono” dalle esperienze e dalle percezioni comuni, in parole povere impazziscono».

In queste settimane al centro di numerosi dibattiti c’è la recente depenalizzazione riguardante l’uso di medicinali che contengono cannabinoidi. «Un conto è l’utilizzo terapeutico – sottolinea lo stesso Piani –, l’importante è che non passi il messaggio che “allora si può” e che i ragazzi non pensino che si tratta di sostanze che non fanno poi così male, perché non è così».

Prova ne è il rilevante numero di ragazzi minorenni che approdano al Servizio per le tossicodipendenze dell’Azienda sanitaria 4 Friuli centrale in gravi condizioni dopo aver assunto un mix di varie sostanze (anche alcoliche) o anche solo cannabinoidi.

«Alcuni – chiarisce il responsabile del Sert – presentano uno stato mentale estremamente alterato ed è opinione comunque degli studiosi che probabilmente, se non avessero assunto sostanze psicoattive, avrebbero avuto maggiori chance di rimanere in uno stato di assoluto benessere come quello che ha preceduto il periodo di crisi.

Solo negli ultimi mesi – ricorda l’esperto – sono arrivati almeno sei ragazzini e ciò è estremamente allarmante. Quasi sempre gli interessati dicono di pensare che fumare ogni giorno uno spinello non faccia male. E invece chi lo fa va incontro a problemi, questo va ribadito».

Un consiglio ai genitori? «Non bisogna sottovalutare il pericolo ed è bene fare attenzione ai cambiamenti di carattere perché alle volte i ragazzi che usano droghe si “spengono” e mostrano la cosiddetta sindrome amotivazionale».

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