Lento ritorno alla normalità La Casa dello studente accoglie i primi 15 laureandi

La ripartenza
Emanuela Masseria
La Casa dello studente, lunedì scorso, ha accolto i primi quindici laureandi che nei prossimi mesi risiederanno in via Mazzini. Un segnale positivo in un quadro convulso come quello del mondo dell’istruzione che, al momento, sta graziando il comparto universitario a Gorizia.
A fare il punto è l’assessore comunale all’Università Chiara Gatta, partendo dalla situazione a Palazzo de Bassa. «Le domande per fortuna non sono scese e la Casa dello studente verrà riempita. Si copriranno quindi i 90 posti disponibili della struttura, naturalmente seguendo tutte le norme del caso. A chi arriva viene misurata la temperatura ed è obbligatorio indossare le mascherina, provvedere alla pulizia delle mani con un igienizzante e adottare quanto previsto dal protocollo».
Quello che preme sottolineare all’assessore all’Università è anche che «nonostante l’incertezza del momento gli studenti sono tornati. Evidentemente c’è voglia di ripartire. Un ringraziamento allo staff interno e all’Agenzia regionale per gli studi superiori per aver garantito la riapertura dell’edificio in sicurezza», conclude la referente del Comune. Nei giorni scorsi, intanto, gli accessi alla Casa dello studente a Palazzo de Bassa sono proseguiti.
La situazione viene riassunta così dal direttore generale di Ardiss, Pierpaolo Olla. «Abbiamo riaperto le procedure per il rientro in tutte le residenze della regione, ad eccezione di Gemona. Dal punto di vista organizzativo ci siamo programmati contingentando le entrate in base alle richieste. Mediamente si parla di 10 accessi al giorno con un’ora di intervallo tra una persona e l’altra, naturalmente osservando il protocollo che prevede la massima sicurezza sanitaria e che evita contatti indebiti e assembramenti. Il personale attende gli studenti per accoglierli e controllare i documenti e le disposizioni abitative. Abbiamo allestito, inoltre, una sala d’attesa, in modo che non ci siano sovrapposizioni e contatti tra le persone».
Con l’assessore Gatta si prosegue poi parlando di un altro capitolo che riguarda, in questi giorni, la vita degli atenei ospitati nel capoluogo isontino. «I test d’ingresso sono stati pubblicati sui siti delle due università (di Udine e di Trieste) e anche sul fronte delle iscrizioni non si sono riscontrati cali, almeno per quanto riguarda Scienze internazionali e diplomatiche». Per quanto concerne invece la didattica, ogni ateneo ha le sue regole. «Trieste ha lasciato la possibilità di seguire le lezioni sia in presenza che da remoto, dando la preferenza alle matricole per quanto riguarda quest’ultima modalità. L’università di Udine ci ha invece chiesto degli spazi ma, come Comune, non riusciamo a reperire aule con dimensioni sufficienti per accogliere una grande quantità di studenti, rispettando tutte le distanze del caso. Abbiamo quindi dato indicazioni di rivolgersi alla regione per considerare magari anche l’Auditorium. Discuteremo – aggiunge Gatta – anche del servizio di bus navetta per agevolare il trasporto degli studenti in via Alviano. Dovremo farlo partire entro la seconda metà dell’anno accademico, con la speranza che pian piano si ritorni alla normalità. Attualmente – conclude – c’è un bus di linea dalla stazione ferroviaria all’università ma non passa negli orari coincidenti con le lezioni e in più tocca anche la periferia».
L’auspicio è quindi di rendere più comodo e agevole il percorso verso via Alviano quanto prima. —
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