Lei ha 41 anni, lui 13: fanno sesso. La donna patteggia due anni

UDINE. Sulla foto spuntata dal cellulare, suo figlio di 13 anni baciava la vicina di casa, una donna di 41 anni. Quando ha capito che il ragazzo aveva una relazione che andava avanti da tempo con una donna matura, una madre residente nella provincia di Udine si è precipitata a casa della ex vicina per chiedere spiegazioni, salvo sentirsi rispondere: «Io tuo figlio lo amo. Lascialo libero, sei un’arpia».
Che si trattasse di amore o di sesso era pur sempre una storia con un ragazzino. Una storia finita con un’accusa di atti sessuali con minore e con un patteggiamento davanti al giudice per le udienze preliminari. Inutile dire che l’amicizia fra le due donne è finita.
A doversi difendere dall’accusa di aver compiuto reiteratamente atti sessuali con un minore è stata una 41enne, rimasta vedova da qualche tempo.
Si era offerta di dare una mano a un’amica che abitava accanto a casa sua: era una donna separata con due figli a carico che, per impegni di lavoro, si assentava a lungo da casa e cercava qualcuno a cui affidare i ragazzi.
Ci ha pensato la vicina di casa che, per otto mesi a partire dal giugno 2014, ha badato a quei due ragazzi. Sembrava andasse tutto bene. Un giorno però, la madre del ragazzo, mentre preparava i bagagli in vista di un trasloco ha esaminando il cellulare del figlio, controllando anche la sua pagina Facebook.
Si è imbattuta così in un’immagine inequivocabile nella quale il ragazzo baciava sulla bocca la sua ormai ex amica. Stando a quanto ricostruito dall’accusa, rappresentata in aula dal pubblico ministero Annunziata Puglia, la madre ha chiesto subito spiegazioni al figlio che ha ammesso di aver avuto rapporti sessuali con la donna, mostrando alla madre alcuni profilattici e tranquillizzandola, poichè, ha assicurato «aveva preso delle precauzioni».
Quindi si è fiondata a casa della ex amica, dopo averla inutilmente chiamata al telefono, e l’ha affrontata. Sempre secondo la tesi dell’accusa, la vicina di casa in quella occasione ha ammesso di aver avuto rapporti sessuali con il tredicenne, aggiungendo che la storia andava avanti da otto mesi e che lei era innamorata di quel ragazzino.
Nè il successivo tralsoco è bastato a interrompere i contatti fra i due, visto che il ragazzino, sempre più scontroso con la madre, ha continuato a comunicare con la ex vicina alla quale mandava messaggi sostenendo che voleva scappare di casa.
La madre del ragazzo ha sporto denuncia ai carabinieri, avviando il procedimento penale con l’intenzione di costituirsi parte civile, assistita dall’avvocato Giovanni de Nardo. La 41enne, assistita dai difensori Elisa Mereu e Giovanni Stellato, ha scelto la via del patteggiamento, cui il pm Puglia ha prestato il consenso.
Il gup Daniele Faleschini Barnaba ha applicato una pena a due anni di reclusione, concedendo il beneficio della sospensione condizionale.
Ha inoltre dichiarato l’imputata interdetta in perpetuo dagli uffici di tutela curatela e amministrazione di sostegno, da qualunque incarico nelle scuole e in ogni ufficio o servizio o in struttura frequentata da minori.
Soddisfazione per il risultato conseguito dal difensore, che mantiene assoluto riserbo sulle profonde motivazioni che hanno portato a scegliere la via del patteggiamento.
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