Legittima la cessione Cigierre archiviazione per Bardelli

Nessuna responsabilità penale neppure per il suo consulente fiscale Collino Resta aperto il fronte con l’Agenzia delle entrate: in ballo oltre 1,1 milioni di euro
Udine 9 novembre 2016 tribunale Copyright Petrussi Foto Press Massimo TURCO
Udine 9 novembre 2016 tribunale Copyright Petrussi Foto Press Massimo TURCO



L’evasione d’imposta, intesa come reato penalmente rilevante, non c’è. Il fascicolo aperto a carico dell’imprenditore Antonio Maria Bardelli e del suo consulente fiscale Massimo Collino, quindi, va archiviato. Questo aveva chiesto il procuratore aggiunto Claudia Danelon a giugno, all’esito delle indagini preliminari condotte dalla Guardia di finanza sull’operazione di cessione della “Cigierre spa” - la “Compagnia generale ristorazione spa” fondata nel 1995 e attiva nel centro “Città Fiera” di Martignacco - alla società lussemburghese “Slcg sa”, e questa è stata la conclusione cui è approdato anche il gip di Udine Daniele Faleschini Barnaba.

La vicenda, tuttavia, resta aperta in sede amministrativa. Una questione non da poco, a giudicare dall’importo contestato: 1.121.475,57 euro, che l’Agenzia delle entrate pretende sia versato nelle casse dello Stato e per il quale la battaglia si sposta ora davanti alla Commissione tributaria (gli avvisi di accertamento sono già stati impugnati dalla società).

Al centro del procedimento, che era costato a Bardelli, 63 anni, di Moruzzo, e Collino, 47, di Remanzacco, l’accusa di dichiarazione fraudolenta - quella relativa al periodo d’imposta 2013 - ai fini dell’evasione dell’Ires, la presunta indicazione di «elementi attivi per un ammontare inferiore a quello effettivo». E cioè per un totale non dichiarato pari a 4.078.093 euro, a fronte dei 4.292.730 di corrispettivo variabile - il cosiddetto “earn out” - determinato nella lettera “binding” del 23 maggio 2012 «attraverso una formula matematica applicata al valore dell’Ebitda calcolato sul bilancio della Cigierre al 31 dicembre 2012». La quota più consistente, ossia la parte fissa corrisposta dalla lussemburghese alla Shh per l’acquisizione della sua fetta di Cigierre (il 29,1%), era stata indicata in 14.428.110,93 euro. L’operazione fu preceduta dalla liquidazione della “Avalon holding spa”, detenuta per metà dalla Shh di Bardelli.

Difesi dall’avvocato Maurizio Miculan, gli indagati hanno dimostrato la legittimità dell’operazione. Nel richiamarsi alle argomentazioni della difesa e alle conclusioni del suo stesso consulente tecnico, il pm ha concluso ritenendo che, «a fronte di un’operazione civilisticamente corretta, l’aspetto di “criticità” oggetto d’investigazione non sia afferente all’ambito della “valutazione”, ambito che sotto il profilo penale diverrebbe irrilevante, ma non abbia prodotto un’evasione d’imposta penalmente rilevante, non potendosi escludere la correttezza del ricorso consolidato di gruppo». —

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