“Le voci dell’inchiesta” parlano dell’oro nero
Cinema, teatro, radio, televisione, fotografia, stampa e nuovi media in temi di strettissima attualità

PORDENONE.
RaiTre, con la presenza della conduttrice Sveva Sagramola, e il Petrolio, protagonista della sezione titolata
Oro Nero
, insieme a un’attesa anteprima italiana, sono al centro della terza, intensa giornata della quinta edizione del festival di Cinemazero Le voci dell’inchiesta: venerdì 15 aprile la manifestazione firmata da Marco Rossitti, con il coordinamento di Riccardo Costantini, affronta alcune tra le tematiche più “calde” di questa edizione.
Ad aprire il programma, alle 9 a Cinemazero, l’anteprima nazionale del documentario vincitore del Premio per il miglior montaggio al Sundance Film Festival
If a tree falls. A story oh the earth liberation front
di Marshall Curry, la storia di un uomo attivista della controversa organizzazione Fronte di liberazione della Terra, occasione per gettare uno sguardo dietro le quinte del mondo degli “eco-terroristi”.
A seguire, una tavola rotonda inserita nell’iniziativa Legality Coop,
Hacker Republic
, con tre esperti – Fabio Ghioni, Andrea Sirotti Gaudenzi e Roberto Reale – a confronto su quelli che per qualcuno sono romantici paladini della “resistenza elettronica”, per altri pericolosi criminali (Cinemazero, alle 10.30).
Alle 14.30, terzo appuntamento con le
Storie dell’emigrazione
di Alessandro Blasetti, sugli italiani diventati celebri negli Stati Uniti.
Quattro gli appuntamenti dedicati all’
Oro nero
: si inizia alle 15.30 con la proiezione del documentario-inchiesta targato Raicinema
Nero petrolio
del giornalista Rai Roberto Olla, che indaga i rapporti tra la morte di Pier Paolo Pasolini e le sue investigazioni sull’“oro nero” per dipanare il filo lungo un ventennio che lega l’attentato a Enrico Mattei allo stragismo degli “anni di piombo”.
Alle 16.30, proiezione di
La notte quando è morto Pasolini
, lunga intervista-racconto di Roberta Torre a Pino Pelosi, il ragazzo “di vita” reo confesso dell’omicidio che rievoca con agghiacciante dovizia i fatti di quella notte.
A seguire, alle 18.30,
Petropolis
di Peter Mettler offre uno sguardo dall’elicottero sul più grande impianto di estrazione di bitume al mondo, in Canada, mentre alle 23 focus sul delta del Niger e l’altra faccia dello sviluppo globale, che ha trasformato un paradiso naturale in un vero e proprio inferno, con la proiezione della pellicola
Delta Oil’s Dirty Business
, alla presenza dell’autore Yorgos Avgeropoulos.
Ancora Pasolini è la “guida” che, alle 17, conduce il documentarista belga Gilles Cotton in un viaggio lungo il perimetro della costa italiana, da Ventimiglia a Trieste, dal quale nasce
Qui finisce l’Italia
, un vero e proprio road movie sulle tracce della narrazione pasoliniana con interventi di Claudio Magris, Massimo Cacciari e Mario Monicelli.
Protagonista della serata, la storica conduttrice di
Geo & Geo
Sveva Sagramola, che alle 20.45 racconta al pubblico del festival la sua nuova trasmissione
Sei miliardi di altri
, ispirato all’opera del fotografo francese Yann Arthus-Bertrand, che ha tracciato un identikit dell’umanità intervistando cinquemila persone in 75 paesi. In onda dal 9 giugno in seconda serata su RaiTre per sei settimane, la trasmissione affronterà sei tematiche toccate nelle video interviste del fotoreporter: la Felicità, l’Amore, Qui e là (in tema di emigrazione), la Trasmissione di valori tra generazioni, il Senso della Vita, l’Infanzia. Nel corso della trasmissione la Sagramola rifletterà sui temi affrontati con gli ospiti in studio, alternandoli alle interviste raccolte per il mondo. Già noti i nomei di alcuni ospiti: Mario Calabresi sarà testimoniale della puntata suTrasmissione di valori tra padre e figlio, mentre il noto chef Allan Bay parlerà del rapporto tra cibo e felicità. All’Inchiesta, un’anticipazione in esclusiva del programma, con stralci di interviste e ospiti.
A concludere la serata, alle 22, la proiezione in anteprima nazionale di Iron Crows, del documentarista coreano Bong-Nam Park, che offre uno spaccato del cantiere di demolizione più grande del mondo, a Chittabong, nel Bangladesh, dove gli operai rischiano la vita per un salario giornaliero di due dollari.
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