Le studentesse straniere raccontano la città

Che tipo di scuola stai frequentando? Che differenze hai notato rispetto alla tua scuola d’origine? Che rapporto avete con la famiglia ospitante, gli amici e la nostra città? Queste sono state solo alcune delle domande poste dall’assessore all’Istruzione e alla formazione, Ines Flavia Rubino, dall’assessore alla Cultura e alle politiche giovanili Claudio Cattaruzza del Comune di Pordenone e dalla dirigente delle politiche culturali Patrizia Mauro che, ieri, hanno dato il benvenuto all’ex convento di San Francesco, alle tre studentesse straniere accolte da famiglie e scuole di Pordenone per un programma di scambio con l’associazione Intercultura.
Vivian, 16 anni, proveniente dagli Usa, studia al liceo Leopardi-Majorana, Katriina, della Finlandia, frequenta il liceo Grigoletti, e Bianca, dall’Argentina, è iscritta al Leo-Major.
Durante questo incontro, organizzato dai volontari di Intercultura di Pordenone, gli assessori hanno scoperto quanto sia sorprendente vedere la nostra realtà quotidiana con gli occhi di un altro. Non sempre infatti ciò che per noi è scontato e banale lo è anche per chi viene da più o meno lontano; e se non ci sorprende che Bianca dall’Argentina non abbia mai visto la neve, ci spunta un sorriso quando Vivian, ci dice che pensa che tutte le nostre macchine siano piccole. Sorridiamo un po’ meno, invece, quando Katriina, abituata alla rigorosa puntualità finlandese, commenta che ancora non si è abituata all’imprevedibilità dei nostri treni.
Katriina racconta che sin dal suo arrivo a scuola, a settembre, gli insegnanti e i compagni di classe l’hanno accolta calorosamente. «Quello che mi piace del sistema scolastico italiano è che da la possibilità di fare amicizie durature e che i professori siano molto disponibili. Quello che più mi manca è l’intervallo! Qui in Italia dura pochi minuti, nel mio paese dura 15 minuti e si ripete alla fine di ogni lezione». Vivian afferma: «Sono contenta di aver intrapreso questo viaggio perché ho avuto la possibilità di capire, anche grazie al confronto con i miei compagni di classe, che la diversità è un valore bellissimo, sarebbe noioso essere tutti uguali, non trovate?». Bianca: «Sono ospitata da una famiglia che mi tratta come se fossi una figlia loro. Frequento il liceo locale, ho una classe e gli insegnanti mi interrogano come se fossi un’italiana. Faccio sport, ci divertiamo con i miei amici come se fossi a casa. Forse questo è il senso dell’Intercultura, vivere la sensazione di essere integrato in un’altra società».
Parte ora la nuova campagna di accoglienza anche a Pordenone. Infatti i volontari locali sono anche quest’anno alla ricerca di famiglie che accettino la sfida di accogliere il mondo in casa e imparare dalle diversità culturali anche senza spostarsi da casa. Anche di questo parleranno i volontari di Intercultura nel corso di un incontro che si terrà ad Aprile nella sala incontri dell'Informagiovani.
Informazioni su www.intercultura.it o chiamando Alice Dalpiaz, volontaria del centro locale di Intercultura al numero 349-1954777.
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