Le regole della Regione, ecco le mini-gabbie per uccelli. E gli animalisti insorgono

Emendamento all’assestamento corregge le dimensioni durante i concorsi canori. Associazioni pronte al ricorso. Agnola: «Stanno meglio in ambienti ridotti»

UDINE. Canarino, cardellino e fringuello. Tre nomi che per gli appassionati d’uccelli equivalgono a una certezza: il bel canto. Requisito essenziale per partecipare ai concorsi canori dedicati ai volatili.

Parliamo di competizioni che possono sembrare una bizzarria ai profani ma che sono invece un irrinunciabile appuntamento per gli allevatori delle cui esigenze si è curato il consiglio regionale in fase di assestamento di bilancio.

Con un emendamento alla legge regionale 20/2012 sul benessere animale a prima firma Enio Agnola (Pd), l’aula di piazzale Oberdan ha infatti concesso una deroga alla misura minima fissata dalla stessa legge per le gabbie di questi particolari uccelli spingendo sul piede di guerra gli animalisti .

«Non possiamo che provare sconcerto - affermano in una nota unitaria Lav, Lipu, Oipa e Animalisti Fvg - per la decisione adottata dalla Regione Fvg. Procederemo uniti in tutte le sedi, perché sia ripristinato il principio che non ammette deroghe e vieta di arrecare ingiustificate sofferenze a esseri viventi».

Si tratta, a sentire gli animalisti, di un’involuzione legislativa e culturale nonché un’abdicazione delle regole giuridiche basilari a cui ci si deve e attenere nei confronti degli animali, prima fra tutte il “non causargli inutilmente dolore, sofferenza o angosce”.

Citano inoltre alcune condanne inflitte della suprema Corte e relative all’uso di gabbie anguste dove «gli uccelli sbattono le ali fino a farle sanguinare in vani tentativi di volo».

Il consigliere regionale Enio Agnola rassicura gli animalisti. Anzitutto sul fatto che «la Regione Friuli Venezia Giulia è stata una delle prime in Italia a regolamentare il benessere animale con un’articolata previsione di tutela che riguarda tutte le specie animali a parte quelle poche escluse dalle disposizioni europee».

Un’attenzione che non fa difetto nel caso degli uccelli canori allevati. Secondo l’esponente democratico infatti tali specie di uccelli si sentirebbero addirittura più a loro agio in un ambiente misurato che il consigliere contesta possa nuocere alla salute degli animali.

«Non è assolutamente vero che gli uccelli allevati a tale scopo siano detenuti in condizioni tali da recargli sofferenze: questo vale per gli uccelli catturati nell’ambiente e portati in cattività con la forza, ma un uccello catturato in libertà non potrà mai diventare un uccello destinato ai concorsi canori perché la manifestazione genetica del canto avviene solo in talune condizioni». A partire dalla cattività.

«Mi rendo conto che è difficile da comprendere, ma una gabbia più grande, esclusivamente per questo tipo di uccelli, potrebbe essere addirittura nociva - conclude il consigliere -. Animali allevati e non abituati alle stesse condizioni di quelli nati liberi, sono maggiormente protetti in contesti più piccoli e se fossero liberati andrebbero addirittura incontro a morte certa».

Agnola dice infine di condividere le preoccupazioni e lo spirito di cura verso gli animali nutriti delle associazioni animaliste, «ma va compreso che in questo caso ci troviamo di fronte a una situazione del tutto particolare» in cui gli animali risultano già tutelati dalle norme che non peggiorano le loro condizioni di vita.

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