Le ossa di Corte Sant’Ilario saranno tumulate in cimitero



Affiorano nuovi particolari sul ritrovamento degli 80 scheletri rinvenuti durante i lavori di riqualificazione di Corte Sant’Ilario, a fianco del Duomo, dedicato ai santi Ilario e Taziano. Appartengono, fa sapere la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia, a sepolture di un vecchio cimitero risalente alla fine del Seicento o forse all’inizio del Settecento. Non solo. La scoperta più affascinante è la base di un edificio a pianta ottagonale, dal diametro esterno di circa 7 metri, situato accanto all’angolo destro della facciata del Duomo. L’inconsueta planimetria ha subito fatto pensare ai battisteri dell’età antica e medievale, anche se Gorizia è menzionata per la prima volta nel 1001, quando era ancora un villaggio legato alla pieve di Salcano, il “Castrum Silicanum” di età romana.

La zona è stata dissequestrata e restituita al cantiere che potrà ultimare i lavori, previo esaurimento delle verifiche stratigrafiche anche in questo settore. Ma il sequestro dell’area interessata dai ritrovamenti non ha bloccato il cantiere, in quanto i lavori di Corte Sant’Ilario prevedono una riqualificazione più estesa rispetto all’area sottoposta a sequestro. Inoltre con metà ottobre sono iniziati i lavori anche in piazza San Rocco dando così la possibilità all’impresa di agire su più fronti. Questo ha consentito di evitare ritardi rispetto al cronoprogramma che prevede la fine ufficiale dei lavori a inizio ottobre ma, se non ci saranno altri impedimenti, entrambe le piazze potrebbero essere restituite alla città nel mese di luglio di quest’anno.

Per quanto riguarda le tante ossa rinvenute, sono state sistemate in una ventina di cassette di zinco e verranno poi tumulate nel cimitero centrale ma non saranno “dimenticate”. C’è l’intenzione, infatti, di proseguire l’approfondimento storico e archeologico inerente non solo il cimitero rinvenuto ma anche i resti murari riguardanti l’antica chiesa. Una volta elaborate le informazioni della ricerca saranno effettuati incontri pubblici in cui sarà ricostruita, di fatto, una parte della storia ancora poco conosciuta.

Si può ipotizzare un ossario con sovrapposta cappella mortuaria e una copertura a lastre di scisto. C’è una curiosa analogia, in scala ridotta, con alcune cappelle cimiteriali in località storicamente legate a Gorizia. A Merano, dove operava la zecca dei Conti di Gorizia, sorse nel Trecento un ossario ottagonale con cappella dedicata a San Michele. In città, proprio dietro la Questura, sorse a fine ’600 un oratorio detto di San Michele o delle Anime del Purgatorio, una dedicazione che forse riprendeva il titolo dell’ottagono dismesso. In Austria ci sono esempi di ossari ottagonali, come quello trecentesco di Metnitz, noto per il ciclo pittorico della danza macabra. Oppure a Maria Saal (Gospa Sveta), dove venivano insediati i Duchi di Carinzia, che dalla fine del Duecento furono i Conti di Gorizia, proprio nell’epoca a cui risale il battistero romanico del celebre santuario carinziano, poi adibito a ossario e dedicato a San Michele. —





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