Le foto raccontano oltre un secolo di storia a Codroipo

CODROIPO. Rivive in migliaia di immagini in bianco e nero Codroipo. E riscopre il suo passato. Attraverso i volti di coloro che l’hanno vissuta e costruita attraverso strade, case, documenti, atti comunali. A raccontarla sono le foto, da anni conservate negli album di famiglia e raccolte dal 2010 da Egidio Moro e Maurizio Zorzini che le condividono nella pagina Facebook “Codroipo nel tempo”. A raccontare la nascita, il 10 novembre 1878, della Società operaia di mutuo soccorso presieduta da Daniele Moro, la costituzione, la fondazione, nel 1894, alla trattoria “Al viaggiatore” diretta da Luigi Chiaruttini, del club ciclistico codroipese che organizzò la fanfara ciclistica, una delle poche in Italia, il grande mercato al foro Boario con decine di capi di bestiame. Scorrono le immagini all’auditorium durante l’evento curato da Zorzini e Moro con il comitato centenario Prima guerra mondiale e gli alpini. I cittadini di oggi guardano i cittadini di ieri.
E sullo schermo le foto ci riportano indietro di oltre un secolo, al 1894, quando fu inaugurato il nuovo campanile di Biauzzo, e al 1897, anno della prima assunzione del vigile urbano, Michele Del Fabbro, con uno stipendio annuo di 720 lire. Un viaggio che riporta alla memoria anche tragedie come il disastro ferroviario del 27 agosto 1903 a Beano. Due treni, uno merci e uno passeggeri, che trasportava due battaglioni del 14esimo fanteria, si scontrarono. Morirono 13 persone, 52 i feriti. Anno dopo anno a partire dal 1904 si iniziò a costruire le scuole elementari a Pozzo e Biauzzo con aule capaci di accogliere 60 alunni, il nuovo macello, la filanda. E poi ci fu la sistemazione della vecchia torre “Torrate”, nel 1914, una delle due anticamente costruite per difendere la città dall’invasione turca. Un viaggio che si è fermato prima dello scoppio del conflitto mondiale. Ne seguiranno altri di incontri, suddivisi per decenni: questo l’obiettivo degli organizzatori.
C’è stato comunque il tempo anche per uno sguardo agli anni successivi. Alla grande nevicata del febbraio 1929 con temperature minime di -27 gradi e neve alta due metri a Goricizza. Un progetto storico/culturale che fa rivivere (sono oltre 20 mila le foto e i documenti raccolti) momenti di vita familiare, usanze e luoghi di un paese che «è sì profondamente cambiato, ma nel quale affondiamo le nostre radici. Un percorso per mantenere viva la nostra identità». L’obiettivo, come auspicato dall’assessore alla cultura Tiziana Cividini, è realizzare un libro o un dvd.
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