Le eccellenze dell’arredamento friulano scommettono sulla ripresa

Udine Gorizia Fiere mantiene la promessa stretta presentando la 63a edizione di Casa Moderna e apre il primo fuori salone udinese. Si chiama Open week ed è stato tenuto a battesimo ieri nella Loggia del Lionello. Un’iniziativa capace di portare la casa fuori casa grazie a 40 aziende che hanno deciso di mettersi in rete e scommettere sulla ripresa del settore.
Da giovedì 20 e fino a domenica 23 aprile scendono sul territorio, nei negozi, fra la gente le eccellenze e le tendenze del settore casa-arredo-design favorendo la cultura del living Contenuti, finalità ed esiti di Open week stanno a cuore a chi lo ha ideato e organizzato (la Fiera), a chi lo sostiene in qualità di partner (Camera di Commercio di Udine), a chi ha fatto squadra collaborando (Confcommercio Udine), a chi ha voluto patrocinare l’iniziativa (Provincia e Comune di Udine), alle aziende leader del settore (Calligaris, Fantoni, Gervasoni, Moroso, Snaidero) che come main partner sono scese in campo partecipando all’evento di ieri portando sia un contributo nel talkshow dal titolo “Dopo il salone del mobile 2017”, sia esponendo nella location cittadina “oggetti” materiali con forti connotati di ricerca, innovazione e design.
«Si tratta di quattro giorni dedicati alle aziende che fanno squadra - ha detto la presidente di Udine e Gorizia Fiere, Luisa De Marco -. Questa occasione nasce dalla volontà di fare durare Casa Moderna nel corso dell’anno per creare una community che colleghi i nostri espositori, intercettandone degli altri e dando una mano a un comparto che ha risentito degli anni difficili della crisi».
Alla prima giornata di Open week hanno partecipato anche il primo cittadino di Udine, Furio Honsell, il presidente di FederLegnoArredo, Roberto Snaidero e l’assessore regionale e architetto Mariagrazia Santoro. Purtroppo però «a livello europeo il settore del mobile non ha ancora ingranato la quinta marcia – ha osservato Paolo Fantoni, leader dell’omonima industria –. Procediamo con aumenti a livello europeo del 2 al massimo 3 per cento, quando altri tipi di industria, penso all’automobile, hanno iniziato percorsi più virtuosi. E dobbiamo chiederci quando anche noi intercetteremo lo stesso tipo di rimbalzo. Ma una buona notizia c’è. Perché da Bruxelles fanno sapere che il numero delle licenze edilizie ha prospettive di aumento del 10 per cento. Quindi dovremmo crescere anche in Italia e questa è la base per cui anche il nostro Paese potrà avere un riscontro nel settore». Le aziende, «che hanno già dimostrato di essere flessibili e duttili» per Roberto Moroso (dell’azienda omonimaù), sono pronte al decollo.
«Abbiamo subito la concorrenza - ha ammesso Giovanni Gervasoni che, insieme al fratello Michele guida l’azienda di Pavia di Udine -. Non l’abbiamo vinta perché è effettivamente moto difficile. Ma il successo è il risultato di un mix di fattori che vanno dal design alla industrializzazione, per giungere alla produzione a un prezzo accettabile per il mercato. Ma è indispensabile un servizio commerciale fortissimo».
Ma l’e-commerce non è ancora un antagonista per il settore, semmai il primo approccio. «Il web nel mondo del design è ancora alla prima fase, in cui si usa solo come vetrina - ha spiegato Andrea Cumini, della famiglia di home forniture -. Questo perché vendere una sedia o un oggetto di design ha un grado di difficoltà, mentre vendere un divano non è concorrenziale per le spedizioni. Forse però per troppo tempo il singolo negoziante è rimasto dentro al proprio negozio e invece le relazioni sono fondamentali per il business».
Le politiche messe in campo dalle aziende però in un mondo globalizzato devono tenere conto di rovesci imprevisti e incontrollabili. «È il caso della svalutazione del rublo di qualche anno fa in Russia, oggi con la Brexit e con i possibili dazi degli Stati Uniti - Alessandro Calligaris, capitano dell’industria di Manzano -. Le nostre strategie sono sempre soggette a influenze esogene». Infine, il direttore commerciale di Snaidero, Roberto Lizzi, ha sottolineato la necessaria «versatilità delle aziende che devono capire e interpretare le esigenze di tutti i Paesi che rappresentano il proprio mercato, attraverso la flessibilità».
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