Le due ragazzine: per noi Sacher era come un nonno

UDINE. Spuntano altri video che potrebbero aiutare a fare luce sulla morte di Mirco Sacher. La polizia ha infatti prelevato le immagini del sistema di videosorveglianza della Bottega del gelato di Remanzacco e sta verificando quelle di un piccolo supermercato cittadino oltre ai filmati dell’autostrada e dell’autogrill Limenella.
Prima di andare in via Buttrio le due quindicenni che si sono autoaccusate dell’omicidio del pensionato delle Ferrovie hanno infatti riferito di essere state con lui a fare colazione. Un fatto tutt’altro che anomalo visto che l’uomo da quasi vent’anni aveva un rapporto di grande amicizia con la nonna paterna di una delle due adolescenti. Per lei il «burbero amante del calcio dilettanti» di 66 anni era come un nonno. È stata lei infatti a telefonargli domenica mattina intorno alle 10.30 chiedendogli un passaggio per andare in gelateria. Una richiesta del tutto naturale visto che spesso il “nonno” l’accompagnava in centro città o a prendere l’autobus. Fin dai primi anni di vita la ragazzina, che frequentava molto l’abitazione della nonna, era abituata alla sua compagnia tanto che anche l’amica lo aveva già visto in altre occasioni.
Ma gli investigatori intendono verificare tutti gli spostamenti fatti prima da Sacher insieme alle due adolescenti e poi da queste ultime che da sole assicurano di essersi messe alla guida della Fiat Punto bianca. Prima tappa la gelateria di Remanzacco, poi “nonno” e nipotina insieme all’amica sono andate in un supermercato a fare la spesa. Hanno acquistato l’occorrente per una pastasciutta cucinata poi da Sacher nel suo appartamento di via Strassoldo. Fin qui il racconto fatto dalle due ragazzine al pm dei minori Chiara De Grassi non presenta contraddizioni.
Ma le cinque ore di interrogatorio non sono bastate a chiarire tutti i dubbi sul giallo di via Buttrio. Le due quindicenni hanno ribadito di aver ucciso Mirco Sacher insieme e da sole, perché lui, il “nonno”, aveva tentato di violentarle. Anche ammesso che l’uomo sia effettivamente morto dopo esser stato strangolato (solo l’autopsia prevista per oggi potrà chiarire le cause del decesso perché sul collo taurino del pensionato delle ferrovie non sono stati trovati segni) gli investigatori si interrogano per capire se è possibile che due ragazzine riescano a uccidere da sole un uomo piuttosto corpulento. All’inizio in pochi ci credevano. Ma al momento, il capo della Procura dei minori di Trieste, Dario Grohmann ha chiarito che non ci sono riscontri della presenza di altre persone, «non possiamo nè affermarlo nè negarlo - ha precisato -, non ci risulta».
Di certo sul luogo del delitto non sono state trovate tracce. E due testimoni dicono di aver notato un uomo e due donne discutere vicino a una Fiat Punto bianca. Entrambi hanno notato il colore rosso dei capelli di una delle due donne ed effettivamente una ragazzina ha i capelli tinti di rosso. Il primo le ha viste intorno alle 14.30, il secondo un quarto d’ora più tardi. Fino alle 14.45 quindi il pensionato delle Fs di 66 anni era ancora vivo. Stava discutendo con le due adolescenti vicino alla sua auto in una stradina bianca, in mezzo ai campi tra Udine e Pradamano.
Per trovare un altro “punto fermo” dell’indagine bisogna poi spostarsi alle 15.30 circa. La chiamata alle forze dell’ordine arriva alle 15.50, ma l’uomo a passeggio col cane che ha trovato il corpo non aveva con sé il cellulare. Prima di chiamare ha dovuto tornare fino a casa: presumibilmente ci ha messo 20 minuti.
Così la tentata violenza e l’omicidio sono accaduti nei 35 minuti che vanno dalle 14.45 alle 15.20 circa. Stando al racconto delle due quindicenni, Sacher ha smesso i panni del nonno per indossare quelli dell’orco e ha provato a violentare entrambe, ma loro, dopo lo choc iniziale, hanno reagito, lo hanno fatto cadere e poi lo hanno strangolato, insieme. Una “seduta” sopra di lui, l’altra serrando le mani alla gola da dietro.
A quel punto, pur ammettendo di non aver mai guidato prima, si sarebbero messe al volante della Fiat Punto bianca dirette verso l’autostrada ed effettivamente alle 17.20 un sensore del traffico di Autovie venete ha immortalato il passaggio dell’auto nei pressi di Palmanova. Cosa abbiano fatto dalle 15.20 fino alle 17 è ancora un mistero (loro affermano di aver girovagato smarrendo più volte la strada) ed è un mistero anche come siano arrivate fino all’autogrill Limenella dove è stata ritrovata la macchina. Le famiglie hanno infatti escluso che le ragazzine siano in grado di guidare, ma una delle due era fidanzata con un maggiorenne di origini rom che attualmente sta scontando una pena per estorsione e gli inquirenti non escludono che possa quindi aver ricevuto delle lezioni di guida.
A chiarire ogni dubbio saranno anche in questo caso dei filmati: quelli in autostrada e quello dell’autogrill. Gli investigatori coordinati dal dirigente della Squadra mobile, Massimiliano Ortolan attendono poi di avere i tabulati dei cellulari per ricostruire anche il “percorso” fatto dagli apparecchi elettronici seguendo i ripetitori ai quali si sono agganciati.
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