Le donne di Paularoprotestano contro la gerla

Sono arrivate fino ad Amaro in costume tradizionale e con la gerla sulle spalle, per festeggiare in modo un po’ diverso l’8 marzo. Sono le donne di Paularo, che ieri si sono date appuntamento sulla rotonda di Amaro, all’uscita dell’A23, per manifestare la loro contrarietà al progetto del Cosint, che proprio in quel luogo vorrebbe realizzare una gerla in metallo alta 25 metri.
AMARO.
Sono arrivate fino ad Amaro in costume tradizionale e con la gerla sulle spalle, per festeggiare in modo un po’ diverso l’8 marzo. Sono le donne di Paularo, che ieri si sono date appuntamento sulla rotonda di Amaro, all’uscita dell’A23, per manifestare la loro contrarietà al progetto del Cosint, che proprio in quel luogo vorrebbe realizzare una gerla in metallo alta 25 metri.


«Abbiamo scelto la Festa della donna – ha spiegato Dina Pellizzotti – perché “il gei” è sempre stato uno strumento utilizzato prevalentemente dalle donne, con il quale sono state trasportate cose belle e cose brutte, in tempo di pace e di guerra. Per questo merita il massimo rispetto. Vedendo il progetto di quello che vogliono costruire qui, però – ha aggiunto – mi sono sentita mortificata, non soltanto per la sua forma ma anche per il costo, che in un momento di difficoltà come quello in cui ci troviamo è impensabile (500 mila euro
ndr
). Senza dimenticare – ha concluso – che noi gente della Carnia non siamo nemmeno stati interpellati sull’utilità o meno di una simile iniziativa».


Le donne di Paularo sono sembrate piuttosto determinate a far sentire la loro voce, come testimonia una delle tante affermazioni sentite ieri pomeriggio: «Quando si tira in ballo un simbolo come la gerla, diventiamo toste, e non potrebbe essere altrimenti».


In mezzo alla rotonda, le rappresentanti di Paularo hanno ballato e cantato, lasciando sul terreno due gerle consumate dal tempo. Sopra una di queste, una pergamena arrotolata riporta le firme delle donne presenti ieri, e la frase “Non ven tante voie di ridi e scherzâ... l’è simpri chel gei da puartâ», primo verso della canzone “Il Gei” di Ciro di Gleria.


«Chi ha realizzato il progetto della gerla gigante – ha commentato Solidea Del Negro – ha pensato alla storia di questo strumento e a quello che rappresenta per la nostra terra? Forse vogliono metterci tutti in questa grande gerla, ma non potranno mai sopire l’orgoglio della gente di Carnia, che è molto attaccata alle proprie radici e alle proprie tradizioni».


Un’opera come quella pensata dal Cosint, secondo le donne di Paularo, «non ci rappresenta e non soddisfa nessuno. Le cose importanti sono altre, i soldi dovrebbero essere spesi in modo diverso. Non è così che si rende omaggio alla nostra gente a alla nostra terra».


Alessandro Cesare

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