Le celebrazioni del 25 aprile: De Toni ricorda il padre soldato in Albania, a Pordenone presente il ministro Ciriani

Cerimonia al cimitero di Tavagnacco dove sono sepolti 414 caduti della seconda guerra mondiale che hanno combattuto in regione.  

Cristian Rigo, Martina Milia e Marco Orioles
Le celebrazioni per il 25 aprile a Udine (Foto Petrussi)
Le celebrazioni per il 25 aprile a Udine (Foto Petrussi)

La pioggia non ha fermato i cortei e le manifestazioni per la celebrazione della giornata della Resistenza. Altissimo il prezzo pagato dal Friuli Venezia Giulia nel secondo conflitto mondiale: oltre 26.500 vittime, di cui quasi 12 mila militari - tra i quali 1.030 internati militari - cioè soldati disarmati dopo l’8 settembre e deportati in Germania, 781 rappresentanti delle forze dell’ordine in servizio di ordine pubblico, 1.210 combattenti tra le fila della Repubblica di Salò, 4.777 partigiani, 65 persone nel Corpo Italiano di Liberazione e ben 7.701 civili.

Da Udine a Pordenone, le parole e le celebrazioni per il 25 aprile

Le celebrazioni a Udine

Le celebrazioni del 25 aprile a Udine sono state aperte dall’omaggio ai caduti del Commonwealth che riposano nel cimitero di guerra di Tavagnacco.

25 aprile, la corona d'alloro ai caduti del Commonwealth nel cimitero di Tavagnacco

La cerimonia, a cui ha peso parte un centinaio di persone tra cui numerosi sindaci dei comuni friulani e l’ex sindaco di Udine Pietro Fontanini, è stata introdotta dalla deposizione delle corone, cui è seguito il silenzio, il discorso del sindaco di Tavagnacco Giovanni Cucci, l’allocuzione del neosindaco di Udine Alberto Felice De Toni, e la recita del kaddish - la preghiera ebraica per i defunti.

La festa della Liberazione
Giorgia Meloni dedica il 25 aprile a Paola Del Din: “Sia la festa della libertà”
Paola Del Din con la presidente Giorgia Meloni (Foto Corriere della Sera)

Nel cimitero di Tavagnacco sono sepolti 414 caduti della seconda guerra mondiale che hanno combattuto in Friuli( provenivano dai vari domini del Commonwealth, tra cui la Palestina, l’Australia e la Nuova Zelanda.

Il primo discorso pubblico di De Toni come sindaco di Udine durante le celebrazioni per il 25 aprile (Foto Petrussi)
Il primo discorso pubblico di De Toni come sindaco di Udine durante le celebrazioni per il 25 aprile (Foto Petrussi)

Il primo 25 aprile per De Toni sindaco

Ma le celebrazioni del 25 aprile hanno rappresentato anche il primo discorso pubblico come sindaco di Alberto Felice De Toni che si è detto «emozionato di pronunciare queste parole come sindaco di una città, Udine, onorata della medaglia d’oro al valore militare». 

Celebrazioni 25 aprile, il discorso di De Toni e le motivazioni della medaglia d'oro al valore militare a Udine

«Sono particolarmente emozionato perché il 25 aprile non può, e non potrà mai essere, un rito vuoto, una commemorazione retorica. Il 25 aprile non è una festa che ricorda avvenimenti lontani, di cui si può discutere in maniera distaccata, distanti dalla nostra vita quotidiana. Il 25 aprile, festa della Liberazione, è alla radice stessa per cui siamo, noi, qui, oggi. Una comunità di persone libere, che vivono in una democrazia con una delle costituzioni più belle del mondo, nelle difficoltà e anche nelle contraddizioni delle democrazie contemporanee, nella complessità e nelle ingiustizie del sistema economico moderno, ma che possono liberamente decidere del proprio futuro e di se stesse. Il 25 aprile, festa della Liberazione, ci ricorda ogni anno il senso e il bene prezioso della libertà», ha detto il sindaco. 

le celebrazioni
Fedriga orgoglioso per il riferimento di Meloni a Paola Del Din: «Il suo è un messaggio internazionale di pace e libertà»
Il governatore del Fvg, Massimiliano Fedriga (primo a sinistra) alla Risiera di Sabba con il sindaco Roberto Dipiazza e il prefetto Pietro Signoriello

Il ricordo del padre soldato in Albania.  «Il mio pensiero non riesce a non andare – con emozione – a un giovane di 20 anni che l’8 settembre 1943 si trovava – soldato di leva – a combattere in Albania: mio padre. Davanti alla scelta di continuare la guerra arruolandosi nell’esercito tedesco oppure essere internato nei campi di concentramento in Germania non ebbe dubbi. Cresciuto all’interno del regime fascista ebbe chiaramente, assieme ai suoi commilitoni, la percezione di quale fosse la parte giusta dove stare. Lo aveva imparato all’interno della sua famiglia dove suo padre, mio nonno, non aderì mai al fascismo, e per questo gli fu vietato di acquistare nei consorzi agrari il solfato di rame per proteggere le viti dalla peronospora. Pur di non piegarsi al ricatto, mio nonno preferì fondere centinaia di pentole di rame».

Il corteo a Pordenone (Foto Brisotto/Petrussi)
Il corteo a Pordenone (Foto Brisotto/Petrussi)

A Udine erano presenti, fra gli altri, l’onorevole Walter Rizzetto e l’assessore regionale alla Cultura e sport Mario Anzil.

A Pordenone presenti il ministro Ciriani e la neo assessora Amirante

La pioggia non ha stemperato del tutto le tensioni che la festa della Liberazione riserva a Pordenone. Nell'orazione introduttiva davanti alle autorità - presenti il ministro Luca Ciriani (Fdi) e la neo assessora regionale Cristina Amirante - il presidente dell'Anpi Loris Parpinel ha duramente respinto i tentativi di mistificare il significato della storia parlando del valore della Costituzione "congenitamente antifascista".


Michelangelo Agrusti, in qualità di presidente di Pordenonelegge, nella sua orazione ha citato De Gasperi e ringraziato il contributo degli alleati americani. "Mi piacerebbe vedere in questa piazza -ha scandito-, assieme ai partigiani, alle associazioni e alle istituzioni, centinaia di ragazzi delle scuole, perché non vivano questo giorno semplicemente come
giorno di vacanza dalla scuola, ma sentano questa piazza come una piazza che appartiene a loro dove si ribadisce un giuramento collettivo per la democrazia, per la libertà, e per la pace".


Il sindaco Alessandro Ciriani, che ha chiuso i discorsi ufficiali davanti al monumento dei caduti, ha condannato il fascismo, ma ha anche ricordato che "non tutti gli antifascisti furono democratici e ci fu chi cercò di sostituire il fascismo con il comunismo".


Il corteo - senza banda, causa pioggia- è proseguito in piazza maestri del Lavoro, incrociando la contromanifestazione di Iniziativa libertaria e della sinistra, che da anni ha scelto di non condividere più la piazza con le istituzioni.

A Trieste un corteo non autorizzato

Un corteo «antifascista», non autorizzato, promosso dal movimento Burjana, partito da campo San Giacomo a Trieste, si sta dirigendo verso il monumento nazionale della Risiera di San Sabba, dove è in programma la cerimonia in occasione del 25 aprile.

Il corteo è scortato dalle forze dell'ordine, i manifestanti lungo il tragitto camminavano per lo più sui marciapiedi. La strada che conduce alla Risiera è stata chiusa al passaggio dei veicoli ed è presidiata dai mezzi della polizia. I poliziotti sono in tenuta antisommossa. Il corteo non ha ancora raggiunto via Giovanni Palatucci, dove si trova la Risiera.

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