Lavanda di Venzone il negozio a Udine in mano a una cinese

Via Stringher: la gestione è cambiata da inizio anno. Ma nel cuore della città potrebbero chiudere diverse attività
Udine 14 Gennaio 2012 casa cinesina Copyright PFP/Turco
Udine 14 Gennaio 2012 casa cinesina Copyright PFP/Turco

UDINE. Cambia la geografia del commercio in centro. E la novità più curiosa di questo inizio anno, paradigmatica del mondo globalizzato in cui viviamo, è la gestione del negozio “La lavanda di Venzone” in via Stringher. La neo titolare infatti è una giovane imprenditrice cinese, Elena Tong, che vive in Italia da sei anni e abita a Udine. «Conoscevo già il prodotto - dice in un italiano un po’ stentato ma comunque comprensibile - e ho la passione per la lavanda. Continuerò a vendere tutte le cose originali di Venzone, sono molto buone, fanno bene per i dolori articolari e poi ci sono i profumi, le essenze. Io ho preso il negozio (l’immobile appartiene al Comune che affitta i locali, ndr) per avere un lavoro, è la prima volta che entro in questo settore. La gente che viene qua non mi domanda niente, non è stupita di trovare una donna cinese dietro il banco: tutti vogliono la lavanda, l’importante che ci sia il prodotto giusto. Non ho dipendenti, mi arrangio da sola, con gli orari e con gli spazi».

Ma per i negozi del cuore di Udine, a parte qualche caso isolato e qualche nota di colore, il 2012 non si prospetta come un anno da ricordare. Anzi, tra gli operatori ci sono già voci che danno per molto probabili alcune chiusure di attività, in via Mercatovecchio, in via Cavour e in altre zone, che seguirebbero a quelle già avvenute alla fine del 2011 tra piazza San Giacomo e le strade vicine.

«Lo scenario è preoccupante - dice il presidente dell’associazione “Noi per Udine” Antonio Falcone, titolare dell’Olimpionico – , qua vengono offerti sempre meno servizi e la gente non viene in centro. Per fortuna passeggiare resta gratuito, eppure il problema grave è che non vediamo proprio famiglie, coppie, comitive, per non parlare di turisti. E così il centro si svuota: ormai mancano già alcune tipologie di merci, così i potenziali clienti prendono sempre più spesso la via dei centri commerciali alle porte della città».

Entro un mese il Comitato ha intenzione di convocare un’assemblea con tutti gli esercenti per fare il punto della situazione. «Non siamo favorevoli ad azioni o proteste clamorose - aggiunge Falcone -, però vogliamo sensibilizzare la categoria. Magari basterebbe che tutti i commercianti mettessero sulle vetrine una locandina dove spieghiamo come stanno le cose, dal nostro punto di vista. Noi cerchiamo di fare qualcosa per il bene della città, ma la situazione è davvero brutta: c’è già qualcuno che non riesce neanche più a pagare i dipendenti, o non ha la liquidità necessaria neanche per un’eventuale chiusura dell’attività».

Nel mirino del comitato “Noi per Udine” ci sono sempre le politiche del Comune. «Dopo l’incontro che avevamo fatto con gli amministratori - conclude Falcone - non abbiamo saputo più niente. Ci avevano dato ragione su diversi punti, invece pare che stiano realizzando, sulla viabilità, l’esatto contrario di quello che si pensava. Qua sembra che siamo sempre più ostili alle auto, per i parcheggi ci vorrebbeo sconti, promozioni. La politica del centro chiuso non dà risultati, ogni giorno ricevo messaggi e lettere di associati che si lamentano».

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