L’Automotive Lighting risarcisce i precari storici

Tolmezzo, 15 operai raggiungono un accordo per i contratti “spezzatino”. In quattro però non si accontentano dei 24 mila euro e puntano all’assunzione.

TOLMEZZO. Soddisfazione per 15 ex lavoratori a termine di Automotive Lighting di Tolmezzo: il ricorso intentato nel 2009 davanti al giudice del lavoro del tribunale carnico contro l’azienda per riottenere il loro lavoro con risarcimento si conclude con una conciliazione che assicura loro 24 mila euro netti ciascuno. «È una vittoria – commenta una di loro, Katia Fedele, di 35 anni di Casanova di Tolmezzo – di fronte a chi considera i lavoratori a termine senza diritti, neanche fossimo invisibili». Altri 4 ex lavoratori a termine, che avevano avviato assieme il ricorso 2 anni fa, non si fermano qui e puntano diritti alla reintegrazione sul posto di lavoro.

La vicenda è legata ad una serie di contratti a tempo determinato reiterati nel tempo con la stessa motivazione, legata ad esigenze di produzione. Rimasti a casa, questi lavoratori, per lo più donne tra i 27 ed i 50 anni, attraverso la Fiom e l’avvocato Paolo Dal Zilio, avevano contestato il continuo ricorso dell’azienda al contratto a tempo determinato, la sua motivazione e chiedevano la stabilizzazione avendo da tempo superato i 44 mesi tra vari contratti. L’agognato lavoro a tempo indeterminato che credevano ad un passo non era arrivato per loro che oltretutto rivendicavano, in base ad un documento, un diritto di precedenza ad essere riassunti in caso di incremento di lavoro.

È Katia oggi ad esprimere la sua soddisfazione anche per i colleghi che con lei nei giorni scorsi hanno firmato la transazione: Deborah Verona,Tatiana Favi, Barbara Fabiani, Deana Picco, Analia Danelon, Renata Tassotti, Fiorenza Zarabara, Federica Polonia, Pamela Compassi, Elisabetta Zuliani, Seba Kolnrekaj, Luciano Regattin, Silvia Chiavotti e Jenny Monego. Katia ricorda come 2 anni fa fossero partiti ben più numerosi, tra i 40 e i 50, e nel 2009 era stato esperito un tentativo di conciliazione con l’azienda andato a vuoto. «Poi – spiega Katia - diversi hanno cambiato idea, qualcuno è rimasto intimorito dalle tante critiche che ci piovevano addosso, ci dicevano che non avremo ottenuto nulla. C’era un clima di diffidenza di perplessità attorno a noi.

Se gli avessimo dato retta oggi sì che non avremmo nulla. Alla fine siamo rimasti in 19. In questa storia abbiamo trovato il sostegno forte del sindacato, che è da tenere sul palmo della mano, della Fiom, di Roccasalva che ci ha sempre sostenuto. Bravissimo l’avvocato Dal Zilio. In 15 abbiamo firmato la transazione il 20 luglio. Altri 4 puntano al riconoscimento del diritto di reintegro per conferma automatica, avendo maturato più di 15 mesi dal gennaio 2008. E fanno bene. Vorrei far capire ai lavoratori che il sindacato c’è e devono stare uniti, senza paura di far valere i loro diritti. Anche per chi verrà dopo di loro».

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