Laureate guadagnano più dei maschi

UDINE. Mentre la Apple lavora per abbattere le disparità salariali tra uomini e donne che svolgono lo stesso lavoro, l’università di Udine fa sapere che le sue laureate, in diversi casi, già incassano più dei colleghi maschi.
Soprattutto se hanno conseguito il titolo magistrale in Ingegneria civile, elettronica e gestionale, in Giurisprudenza e in Agraria le donne, mediamente, incassano circa 200 euro in più al mese rispetto agli uomini.
Il dato emerge dalle analisi effettuate dall’osservatorio AlmaLaurea e dal Career center, il centro attivato dall’ateneo friulano per far incontrare domanda e offerta di lavoro.
La tabella elaborata dal delegato del rettore al Placement, Marco Sartor, analizzando le rilevazioni effettuate a un anno dalla laurea, offre uno spaccato non solo sul divario salariale tra uomini e donne, ma anche sulle possibilità occupazionali offerte dai corsi di laurea magistrali.
Divario salariale
Detto che le laureate in Ingegneria, Giurisprudenza ed Agraria ricevono stipendi più ricchi rispetto ai colleghi maschi e che in questi settori i ruoli sono meglio retribuiti, tra i dottori c’è anche chi prende stipendi da fame.
È il caso dei laureati in Scienze e tecnologie alimentari e Beni culturali che a un anno dal raggiungimento dell’agognato titolo ricevono, rispettivamente, stipendi mensili da 626, 629 euro. In questi casi non si fa distinzione tra uomo e donna.
Non va meglio per i dottori in Scienza dello sport soprattutto per le laureate che non superano i 584 euro al mese.
«Tra le lauree più “maschiliste” - fa notare Sartor - troviamo Comunicazione integrata per le imprese e le organizzazioni. In questo caso, mediamente, gli uomini guadagnano 370 euro al mese in più rispetto alle colleghe. Lo stesso vale per Biotecnologie sanitarie visto che i laureati percepiscono stipendi più ricchi di 334 euro rispetto a quelli pagati alle laureate».
Sbocchi occupazionali
I corsi di studio che offrono migliori performance restano Ingegneria gestionale, Informatica e Ingegneria civile. Nel primo caso a un anno dalla laurea risulta occupato l’87,8 per cento dei laureati, mentre a Informatica e Ingegneria civile la percentuale si attesta all’84 per cento.
«Secondo questo parametro, i tre corsi di laurea meno forti - continua Sartor - sono Giurisprudenza con un 25,5 per cento di occupati stabilmente a un anno dalla laurea, Biotecnologie sanitarie (40 per cento) e Storia dell’arte e conservazione dei beni storico-artistici (41,7 per cento)».
Ovviamente resta da capire che tipo di lavoro fanno gli occupati perché in alcuni casi, soprattutto per quanto riguarda le lauree umanistiche, vengono impiegati in settori diversi rispetto agli studi effettuati.
Ma va anche detto che i laureati umanistici sono dotati di una maggiore flessibilità mentale che gli consente di affrontare anche altre strade.
Un fattore questo tenuto in considerazione nell’ambito del Career center che va in soccorso proprio delle lauree con minori sbocchi occupazionali.
«Incrociando domanda e offerta, il Centro - spiega Sartor - offre agli studenti la possibilità di effettuare stage e tirocini nelle aziende tant’è che anche dalle rilevazioni effettuate emerge che i laureati più deboli dal punto di vista occupazionali, si trovano a vagliare un maggior numero di offerte provenienti proprio dal Career center».
Non a caso l’ateneo friulano sta puntando sui servizi di accompagnamento al mondo del lavoro. «Nell’ultimo anno - conclude il delegato al Placement -, attraverso il Career center, abbiamo trovato lavoro a 600 persone. Tra i nostri laureati i tassi di disoccupazione sono inferiori al 10 per cento, dato questo che ci colloca da anni tra i primi 10 atenei in Italia per sbocchi occupazionali».
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