Laurea alla memoria a Matteo Tomasi, lo studente lavoratore morto a maggio

Il ragazzo, originario di Colle Umberto, frequentava il corso di Scienze e tecnologie multimediali. Cerimonia con i genitori e con il rettore

I genitori di Matteo Tomasi con il rettore e i delegati dell’università
I genitori di Matteo Tomasi con il rettore e i delegati dell’università

L’università di Udine ha conferito la laurea alla memoria in Scienze e tecnologie multimediali a Matteo Tomasi, di Colle Umberto (Treviso), scomparso prematuramente il 30 maggio. Il titolo è stato conferito in «considerazione della passione, della determinazione e dell’impegno dimostrati nello studio» dal giovane che frequentava il corso di laurea con sede a Pordenone. Tomasi era uno studente lavoratore e proprio nel febbraio di quest’anno aveva superato altri due esami raggiungendo la quasi totalità dei crediti richiesti, 159 su 180.

 

La cerimonia si è svolta a palazzo Antonini Maseri, alla presenza dei genitori Laura e Ivan e di familiari e amici, del rettore Angelo Montanari, del delegato alla didattica, Agostino Dovier, del delegato per il polo di Pordenone, Francesco Raggiotto, e della coordinatrice del corso di laurea, Manuela Farinosi.

A novembre il dipartimento di Scienze matematiche, informatiche e fisiche aveva deliberato il conferimento del titolo alla memoria, privo di valore giuridico, ma di grande valore per la famiglia. «La vita universitaria ha molte forme – ha spiegato il rettore Montanari –. Ci sono studenti che vivono quotidianamente le aule e i corridoi dell’ateneo e altri che, per necessità personali o professionali, seguono un percorso diverso: quello di chi studia lavorando, di chi porta avanti i propri impegni con costanza e discrezione, spesso nel silenzio e nel sacrificio. Matteo era uno di questi studenti: una persona che, accanto a un percorso lavorativo e professionale, ha creduto nel valore della formazione e ha portato avanti i propri esami con impegno e determinazione».

«Riconosciamo e onoriamo la forza di chi affronta un percorso doppio – ha sottolineato il rettore –: il lavoro e l’università, la fatica quotidiana e la volontà di costruirsi un futuro. Credo che questo atteggiamento racconti qualcosa di importante di Matteo: una maturità personale, una dedizione silenziosa, un senso del dovere che merita di essere riconosciuto. Ai genitori va la nostra più sincera partecipazione. Desideriamo che sentiate l’abbraccio di tutto il nostro ateneo. Consegniamo questa laurea alla memoria con profondo rispetto, nella speranza che questo momento possa rappresentare, per quanto possibile, un segno di vicinanza e di riconoscimento della sua vita e del suo impegno». 

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